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IL CASO
10 Febbraio 2025 - 19:05
Immagine di repertorio
L’Italia continua a registrare livelli di meritocrazia tra i più bassi d’Europa. Il Meritometro 2024, presentato a Milano durante la VIII Giornata Nazionale del Merito, assegna al Paese un punteggio del 27%, il più basso tra i 12 Stati analizzati. Il distacco con il resto del continente è evidente: la Finlandia si conferma prima con il 66%, mentre la Spagna, penultima, raggiunge il 36%.
L’evento, promosso dal Forum della Meritocrazia insieme a Deloitte, ha messo in luce la necessità di un sistema che sappia trattenere i talenti e attrarne di nuovi. Maria Cristina Origlia, presidente del Forum, ha sottolineato che l’Italia non può più permettersi interventi frammentati o soluzioni tampone: "Non basta un miglioramento marginale, servono azioni concrete che coinvolgano istituzioni e imprese per creare un contesto in cui il merito sia davvero valorizzato".
Il Meritometro, sviluppato con l’Università Cattolica, misura la meritocrazia attraverso diversi indicatori. I dati del 2024 mostrano un lieve aumento di 0,66 punti percentuali rispetto all'anno scorso, ma il progresso è insufficiente per avvicinarsi agli altri Paesi europei. L'Italia resta indietro su aspetti fondamentali come trasparenza, regole chiare e attrattività per i talenti, mentre si registrano miglioramenti su pari opportunità e qualità dell’istruzione.
Uno degli elementi più critici è la mobilità sociale, rimasta invariata rispetto al 2023. La difficoltà di crescita professionale e l’accesso limitato a opportunità basate sulle competenze continuano a ostacolare l’innovazione e la competitività del sistema economico.
Secondo Valeria Brambilla, AD di Deloitte & Touche, le aziende devono assumere un ruolo centrale nella promozione del merito. Un sistema che premia la competenza e le capacità, infatti, non favorisce solo i singoli lavoratori, ma rafforza anche la produttività complessiva del Paese.
Dello stesso parere Giorgio Neglia, consigliere del Forum della Meritocrazia, che mette in guardia sulla lentezza del progresso: "Il nostro sistema avanza troppo lentamente per recuperare il distacco con gli altri Paesi europei. Senza un cambiamento deciso, resteremo indietro”.
Dal 2011, il Forum della Meritocrazia lavora per costruire un sistema che premi il talento e le competenze, collaborando con istituzioni e aziende per contrastare la fuga di cervelli e favorire una crescita più equa. Maria Cristina Origlia ribadisce che l'Italia non può più permettersi di rimandare il cambiamento: il merito deve diventare il motore dello sviluppo economico e sociale.
L’Italia si trova di fronte a una scelta decisiva. Continuare con piccoli passi, restando indietro rispetto al resto d’Europa, o investire concretamente in un sistema basato sul merito e sulla valorizzazione delle competenze. Le analisi parlano chiaro: il ritardo è evidente e il tempo per recuperare terreno si assottiglia. Solo con una strategia chiara e scelte coraggiose sarà possibile colmare il divario e costruire un futuro più competitivo e inclusivo.
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