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SANREMO 2025

«Mi sento un cantante senza voce». Il calciatore Edoardo Bove racconta la sua storia

Il 22enne della Fiorentina è stato ospite della serata finale del Festival di Sanremo

«Mi sento come un cantante senza voce». Il calciatore Edoardo Bove racconta la sua storia

Sanremo 2025 - Edoardo Bove e Carlo COnti

Edoardo Bove, calciatore della Fiorentina, è stato ospitato alla serata finale del Festival di Sanremo 2025

Il direttore artistico, Carlo Conti, tifoso viola, lo ha invitato sul palco dell'Ariston per raccontare la sua storia e dare un esempio a tutti di tenacia e combattività. Qualche mese fa, come ha ricordato il conduttore, Bove ha avuto un malore in campo che ha fatto preoccupare molto i compagni e i tifosi.

Lo scorso dicembre, al minuto 17 di Fiorentina- Inter, il centrocampista si è improvvisamente accasciato a terra, allarmando tutti. «Nel giro di 13 minuti sono stato trasportato all’ospedale di Careggi», ha raccontato il ragazzo. 

Al calciatore è stato impiantato un defibrillatore removibile. Il dispositivo impiantato sottopelle interviene automaticamente con una scossa elettrica nel caso in cui il 22enne possa essere vittima di una nuova aritmia ventricolare. Secondo le attuali regole del calcio italiano, Bove non può più giocare. 

«Mi sento che manca qualcosa - ha detto visibilmente emozionato - Mi sento incompleto, come un cantante senza voce. Ora mi sto facendo aiutare per iniziare un percorso di analisi, ma è doloroso». 

Edoardo ci ha tenuto a ringraziare anche tutta l'Italia: «Ho sentito tantissimo affetto. Un affetto che è arrivato aldilà dei colori, delle bandiere e delle squadre».

Ha poi proseguito: «Ho capito quanto è sottile la linea tra la vita e la morte. Sono davvero grato e mi sento fortunato per l'intervento tempestivo dei primi soccorsi. So che non è sempre così, e sono vicino a chi per questo ha perso dei cari».

Nel frattempo Bove continua a far parte del team della Fiorentina, e di fatto sta facendo da assistente all’allenatore Raffaele Palladino. In ogni caso lui spera di poter tornare presto in campo, ma per lui non è escluso un futuro da allenatore.

Il ragazzo ha regalato a Carlo Conti la sua maglia in segno di gratitudine. «Numero 4, proprio come il numero dei miei Festival», ha notato il conduttore.

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