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SALUTE & ABITUDINI
24 Febbraio 2025 - 22:05
Immagine di repertorio
Sempre più italiani dormono poco e male, con effetti negativi sulla salute e sulla qualità della vita. Un’indagine globale di Ikea ha messo in luce un dato preoccupante: il 42% della popolazione riposa meno di sei ore per notte. In media, passiamo otto ore a letto, ma il tempo effettivo di sonno è molto inferiore. Cosa sta accadendo? E soprattutto, quali sono le soluzioni per migliorare il riposo?
Secondo il sondaggio di Ikea, l’ambiente in cui si dorme gioca un ruolo determinante nella qualità del riposo. Il 16% degli italiani attribuisce grande importanza a un’atmosfera rilassante, mentre il 9% considera un letto confortevole l’elemento essenziale per dormire bene. Ma non è solo una questione di materassi o arredamento: fattori come lo stress, l’uso degli schermi prima di dormire e la mancanza di una routine serale adeguata possono incidere negativamente sulla qualità del sonno.
L’importanza del riposo emerge anche dall’ultimo Life at Home Report di Ikea, secondo cui il 55% delle persone considera il sonno fondamentale per il proprio benessere quotidiano, mentre per il 70% rappresenta un piacere essenziale della vita. Nonostante questa consapevolezza, molti faticano a dormire bene e cercano di compensare con sonnellini durante il giorno. Il 60% degli italiani si concede riposi diurni, ma solo il 20% riesce a inserirli in una routine costante.
Le abitudini lavorative influenzano il sonno, e lo smart working sembra aver portato alcuni benefici. Uno studio dell'Università degli Studi dell'Aquila ha evidenziato che chi lavora da casa, in particolare le persone con cronotipo serotino (i cosiddetti "gufi"), riesce a dormire meglio grazie alla flessibilità degli orari. Potendo posticipare il risveglio, questi lavoratori beneficiano di un riposo più lungo e di qualità superiore, riducendo anche sintomi di insonnia e stress. Questo dimostra quanto sia importante allineare il ritmo di lavoro con quello biologico per ottenere un sonno davvero rigenerante.
Uno studio dell’Università di Pisa ha analizzato il modo migliore per assumere la melatonina per migliorare il sonno, ma il riposo dipende anche dalle abitudini serali. Molti italiani seguono routine rilassanti prima di andare a letto. Il 20% legge un libro, il 14% preferisce una tisana calda e l’8% indossa calze per sentirsi più a proprio agio. Nonostante queste pratiche, lo smartphone resta il principale nemico del sonno. In tanti continuano a utilizzarlo fino a tarda notte, ignorando il fatto che la luce blu degli schermi ostacola la produzione di melatonina e compromette la qualità del riposo.
Molti italiani cercano supporto nella tecnologia per migliorare il sonno. Il 48% utilizza app e dispositivi per monitorare la qualità del riposo, anche se il 42% nutre dubbi sulla loro precisione. Più efficace sembra essere l’uso dei suoni rilassanti: il 27% ascolta il rumore del mare, il 26% preferisce la pioggia e un altro 26% sceglie il silenzio assoluto. Anche la postura influenza la qualità del sonno, e le preferenze variano da persona a persona. Tra chi dorme da solo, la posizione più diffusa è quella fetale: il 42% si rannicchia su un fianco, con le gambe al petto, in una postura che trasmette un senso di protezione. La meno comune è quella a pancia in giù, scelta solo dal 15% delle persone.
Chi condivide il letto, invece, tende a mantenere una certa distanza. Il 41% dorme schiena contro schiena, mentre il 40% preferisce restare nella propria metà del letto. Solo il 19% sceglie di addormentarsi in un abbraccio o rivolto verso l’altra persona. Un dato che dimostra come il bisogno di comfort spesso prevalga sulla voglia di vicinanza. Dormire bene non è un lusso, ma una necessità. Il riposo è una risorsa preziosa e proteggerlo significa migliorare la qualità della vita, ogni notte.
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