Cerca

L'OSSESSIONE

Perché lo stress ci fa spendere di più? Il fenomeno del doom spending

Prezzi psicologici, offerte a tempo e stress: così il doom spending ci spinge a spendere senza controllo. Ecco perché è così difficile fermarsi

Perché lo stress ci fa spendere di più? Il fenomeno del doom spending

Immagine di repertorio

C'è chi compra per necessità, chi per piacere e chi, invece, per ansia. Il "doom spending" è un fenomeno sempre più diffuso: una spesa compulsiva dettata non dal bisogno, ma dall'incertezza e dallo stress per il futuro. Un'illusione di controllo che spinge soprattutto millennials e generazione Z a riempire carrelli virtuali e scaffali di casa. Ma cosa si nasconde dietro questa abitudine?

La psicologa Kristina Durante ha spiegato al The Cut che "avere un cervello umano nel mondo di oggi significa essere cronicamente stressati". Le notizie negative e le crisi globali, come la pandemia di COVID-19, hanno amplificato questa condizione, spingendo molti a cercare conforto negli acquisti. Per i giovani, che vedono un futuro incerto e spesso privo di prospettive significative, il doom spending diventa una forma di consolazione: comprare qualcosa offre l'illusione di controllo e benessere, anche se solo temporaneamente.

Le neuroscienze aiutano a comprendere meglio questo fenomeno. Antonio Rangel, professore di neuroscienze comportamentali presso il California Institute of Technology, spiega che gli acquisti compulsivi attivano il sistema dopaminergico del cervello, generando una gratificazione immediata che compromette la pianificazione a lungo termine. Il rilascio di dopamina rafforza la sensazione di piacere, creando un circolo vizioso di desiderio e consumo.

Le strategie di marketing, inoltre, sono progettate per stimolare acquisti impulsivi. Prezzi come 199,99 euro riducono la percezione del costo, mentre i pagamenti digitali eliminano il contatto fisico con il denaro, rendendo la spesa meno dolorosa. Le offerte a tempo limitato aumentano l'urgenza, attivando il circuito della ricompensa nel cervello. Queste tecniche sfruttano la tendenza umana a razionalizzare decisioni prese emotivamente, come evidenziato da George Loewenstein, professore di economia e psicologia alla Carnegie Mellon University.

Ma il doom spending non si limita a un problema di spese eccessive: riflette un cambiamento più profondo nella nostra società. Come osserva Rangel, siamo passati dalla "società del bisogno" a quella del "desiderio", dove il possesso di beni materiali è percepito come un indicatore di successo. Tuttavia, più possediamo, meno ne siamo soddisfatti, alimentando un ciclo infinito di desiderio e consumo.

Interrompere questo meccanismo richiede consapevolezza e volontà. Limitare il tempo trascorso sui social media, riflettere prima di effettuare un acquisto e impostare un budget mensile sono passi fondamentali. Inoltre, è utile ricordare che la felicità non deriva solo dal possesso di beni materiali. Attività come lo sport, la lettura o il tempo trascorso con amici e famiglia possono offrire gratificazioni autentiche senza costi eccessivi, aiutando a distogliere l'attenzione dalle ansie sul futuro.

Il doom spending è un fenomeno complesso, radicato nelle ansie moderne e nelle strategie di marketing che sfruttano le debolezze emotive dei consumatori. Tuttavia, con una maggiore consapevolezza e un approccio più riflessivo alle abitudini di spesa, è possibile imparare a vivere nel presente senza cadere nella trappola del consumo compulsivo. La chiave sta nel trovare un equilibrio tra il desiderio di gratificazione immediata e la necessità di pianificare un futuro più stabile e sereno.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.