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LAVORO & SOCIETà
17 Marzo 2025 - 21:45
Immagine di repertorio
Negli ultimi dieci anni, il numero di padri che usufruiscono del congedo di paternità in Italia è più che triplicato. Secondo i dati diffusi dall'INPS e da Save The Children in occasione della Festa del Papà, oggi tre padri su cinque si prendono una pausa dal lavoro per stare accanto al proprio figlio nei primi giorni di vita. Un progresso significativo rispetto al passato, ma con forti differenze territoriali: nel Nord Italia il congedo viene richiesto molto più frequentemente rispetto al Sud.
Secondo i dati INPS, il congedo di paternità, che prevede dieci giorni di astensione retribuita per i lavoratori dipendenti, viene richiesto principalmente da uomini con determinate caratteristiche:
Stabilità lavorativa: il 70% ha un contratto a tempo indeterminato, mentre tra i lavoratori con contratti precari la percentuale scende sensibilmente.
Reddito medio-alto: la maggioranza dei richiedenti guadagna tra 28.000 e 50.000 euro annui, mentre tra chi ha stipendi più bassi l'adesione scende al 66%.
Aziende strutturate: l'80% lavora in imprese con oltre 100 dipendenti, mentre tra chi opera in aziende con meno di 15 addetti la percentuale si riduce drasticamente.
Geografia: il 76% dei papà che accedono al congedo vive nel Nord Italia. Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige registrano le percentuali più alte, mentre nel Sud e nelle Isole meno del 39% dei papà ne usufruisce.
L'introduzione del congedo di paternità nel 2012 mirava a favorire un maggiore equilibrio nei compiti di cura tra i genitori. I dati mostrano un aumento costante nell’uso di questa misura: nel 2013 ne usufruiva solo il 19,2% dei padri, mentre oggi la percentuale è salita al 64,5%. Tuttavia, ancora il 35% dei padri aventi diritto sceglie di non farne uso.
«La condivisione della genitorialità migliora il benessere dei bambini e contribuisce a una distribuzione più equa delle responsabilità familiari» spiega Daniela Fatarella, direttrice generale di Save The Children. Il presidente dell’INPS, Gabriele Fava, sottolinea che il congedo rafforza il legame tra padre e figlio e promuove una maggiore parità tra uomini e donne nel mondo del lavoro.
Nonostante i progressi, il divario tra Nord e Sud e la scarsa adesione tra chi ha contratti precari o redditi più bassi evidenziano la necessità di interventi mirati. «Occorre ampliare il congedo anche ai lavoratori autonomi e promuovere un cambio culturale che superi vecchi stereotipi» conclude Fatarella.
L’incremento dell’utilizzo del congedo di paternità è un segnale positivo, ma restano ancora molti ostacoli da superare per garantire a tutti i padri italiani la possibilità di essere davvero presenti nei primi giorni di vita dei loro figli.
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