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Moda
27 Marzo 2025 - 14:00
La Shanghai Fashion Week (SHFW) per la stagione Autunno/Inverno 2025 si è aperta ufficialmente nella giornata di ieri 26 marzo e si protrarrà fino al 31 marzo, subito dopo il Gran Premio di Cina. L’edizione di quest’anno si svolge in un momento economicamente turbolento per la Cina, con la spesa dei consumatori ai minimi storici e una crescente cautela verso il futuro. Eppure, nonostante la crisi, la moda continua il suo percorso, con stilisti e brand pronti a raccontare il presente attraverso il linguaggio creativo delle collezioni.
Shanghai si conferma come uno degli appuntamenti chiave nel panorama fashion internazionale al di fuori delle quattro capitali principali, affiancandosi a Copenhagen, Seoul e Tokyo. Anche in una fase di rallentamento, l’economia dei consumi cinese rimane tra le più rilevanti al mondo e la scena della moda, giovane e in fermento, continua ad attirare l’attenzione dell’industria globale.
A differenza di Parigi, Milano o New York, il calendario di SHFW è dominato da etichette indipendenti, spesso guidate da designer della generazione Millennial o Gen Z. L’evento è articolato su due filoni principali: i fashion show ufficiali organizzati a Xintiandi, quartiere simbolo dello shopping di lusso e dell’intrattenimento, e il calendario alternativo di Labelhood, incubatore di talenti capitanato da Tasha Liu, con base a The Bund, lo storico lungofiume della città.
Poster ufficiale LABELHOOD (fonte: Instagram)
Tra i nomi di punta della programmazione ufficiale c’è Comme Moi, fondato dalla modella Lü Yan, che ha festeggiato il decimo anniversario nel 2023. Sul fronte Labelhood spiccano marchi emergenti Shushu/Tong, capace di conquistare spazio anche sulle passerelle internazionali. In parallelo, alcuni designer scelgono location indipendenti per presentazioni fuori calendario: tra questi, Jacques Wei e Samuel Guì Yang, due habitué che anche quest’anno si confermano tra gli outsider più attesi.
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Niente dirette Instagram per i défilé, dato il ban del social in Cina: gli aggiornamenti sono affidati a WeChat, principale piattaforma di comunicazione, oltre che ai canali ufficiali di Vogue e Vogue Runway. Se nella scorsa edizione SHFW aveva ospitato l’evento Moncler Genius e brand internazionali come Loewe e Schiaparelli, quest’anno mancano appuntamenti di questa portata, lasciando spazio a una riflessione più concentrata sul panorama locale.
In questo scenario, assume particolare rilievo il lancio della terza edizione del Vogue China Fashion Fund, iniziativa nata nel 2022 per sostenere i giovani designer. In un momento segnato dalla deflazione, con prezzi in calo e consumatori restii alla spesa, l’urgenza di supportare il talento emergente si fa ancora più pressante.
Alcuni dei nomi più noti hanno deciso di non partecipare: Louis Shengtao Chen, vincitore dell’ultima edizione del Fashion Fund, sarà assente; altri, come Boogie Liu (CPlus Series) e Xander Zhou, hanno optato per il formato digitale. Anche la consueta ondata di debutti in passerella si è ridotta, con molti nuovi marchi che preferiscono showroom o presentazioni private.
Tuttavia, la scena resta vivace. Tornano etichette come Oude Waag di Jingwei Yin, Mark Gong — già noto per aver vestito star come Megan Thee Stallion e Lisa —, Ao Yes di Austin Wang e Yansong Leo, quest’ultimo recentemente protagonista di una collaborazione con Zara. Labelhood presenterà anche un nuovo spazio dedicato ai talenti emergenti, tra cui Papi Lav, Le Ngok e Zita Tan, in un mix tra sperimentazione e avanguardia che caratterizza lo spirito della manifestazione.
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Tra gli ospiti internazionali, si segnalano i designer newyorkesi Siying Qu e Haoran Li (Private Policy), che hanno saltato la New York Fashion Week per portare la loro collezione a Shanghai. Nella giornata conclusiva, Marchesa di Georgina Chapman parteciperà al calendario couture, mentre tra le presenze straniere figurano anche Lorena Antoniazzi e l’etichetta vietnamita LSoul. Dolce & Gabbana, dopo aver supportato Susan Fang a Milano, parteciperà con una conversazione pubblica con la designer.
La guerra commerciale i dazi di Trump si fanno sentire, ma la Shanghai Fashion Week si dimostra ancora una volta un terreno fertile per nuove visioni e una lente preziosa per comprendere il cambiamento in atto nel sistema moda con uno sguardo più globale.
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