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27 Marzo 2025 - 22:45
Una notizia che fa sobbalzare gli automobilisti: Volvo ha annunciato il richiamo di 73.000 vetture delle gamme “60” e “90”, tutte ibride plug-in, per un potenziale rischio di incendio legato alla batteria. In Italia, le auto coinvolte sono 745, immatricolate tra il 2020 e il 2022. Il richiamo, scattato in via precauzionale, è frutto di approfonditi controlli interni condotti dalla casa automobilistica svedese, oggi controllata dal colosso cinese Geely.
Il problema risiederebbe in un difetto di fabbricazione delle batterie, che in alcuni casi può causare un pericoloso surriscaldamento durante la ricarica elettrica. Da qui l’avviso urgente ai proprietari: evitare il collegamento alla rete elettrica e recarsi al più presto nelle officine autorizzate per un intervento correttivo. Le soluzioni previste sono due: la sostituzione dell’intera batteria o un aggiornamento del software di gestione.
Ma quanto è concreto il rischio? A rassicurare – almeno in parte – è un recente report di Motus-E, l’associazione che rappresenta i principali attori della mobilità elettrica. I dati parlano chiaro: i veicoli 100% elettrici sono da 10 a 60 volte meno soggetti a incendi rispetto alle auto ibride o a combustione interna. Tuttavia, le batterie per trazione, contenendo elementi chimici altamente reattivi, possono in rari casi incorrere nel cosiddetto thermal runaway: una reazione a catena che parte dal surriscaldamento di una singola cella e può innescare un incendio esteso.
Il rischio diventa ancora più critico nel caso delle vetture plug-in come quelle richiamate da Volvo, che uniscono la propulsione elettrica alla presenza di un serbatoio di benzina. Una doppia alimentazione che, in caso di incendio, può trasformarsi in un pericoloso fattore moltiplicatore delle fiamme.
Per questo i vigili del fuoco, in collaborazione con i produttori, hanno messo a punto specifici protocolli di intervento pensati per affrontare incendi da batteria in piena sicurezza. Interventi delicati, che richiedono tempismo, conoscenze tecniche e strumenti dedicati.
Nel frattempo, per chi guida una Volvo ibrida plug-in prodotta tra il 2020 e il 2022, il consiglio è uno solo: non sottovalutare l’allerta e recarsi quanto prima in assistenza. La prevenzione, in casi come questo, può fare davvero la differenza.
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