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MrBeast, Oracle e McCourt: chi vuole comprare TikTok per evitare il bando di Trump

La scadenza è prevista per sabato

MrBeast, Oracle e McCourt: chi vuole comprare TikTok per evitare il bando di Trump

l conto alla rovescia è iniziato: TikTok rischia di sparire dagli smartphone americani già da sabato, a meno che non venga acquistato da un proprietario statunitense. La scadenza dei 75 giorni, imposta dal presidente Donald Trump con un ordine esecutivo firmato nel suo primo giorno alla Casa Bianca, è ormai alle porte. E il futuro dell'app più popolare tra i giovani pende su un filo diplomatico, economico e geopolitico.

Dietro le quinte, la battaglia per accaparrarsi TikTok è entrata nel vivo. Secondo Axios, sarebbero almeno quattro i gruppi pronti a mettere sul piatto miliardi di dollari per strapparla a ByteDance, la società cinese proprietaria dell'app. Ma ogni trattativa dovrà fare i conti con Pechino: la vendita, infatti, richiederebbe quasi certamente il via libera del governo cinese. Per ammorbidire le resistenze, Trump ha fatto sapere lo scorso 26 marzo che potrebbe ridurre i dazi sui prodotti cinesi se la Cina accetterà la cessione di TikTok.

Tra i pretendenti spicca un gruppo eterogeneo di investitori che si fa chiamare "People’s Bid for TikTok". Ne fanno parte Frank McCourt — già volto noto per Project Liberty — e Kevin O'Leary, star del programma Shark Tank. L’offerta che hanno presentato si aggira attorno ai 20 miliardi di dollari.

E non è tutto. A farsi avanti c'è anche Jimmy Donaldson, meglio conosciuto come MrBeast, tra i creator più seguiti al mondo. Insieme a Jesse Tinsley, fondatore di Employer.com, ha lanciato una proposta alternativa che, secondo quanto dichiarato alla CNN, rappresenterebbe una “soluzione win-win” per salvare la piattaforma e rispondere alle preoccupazioni legate alla sicurezza nazionale. «Siamo pronti a muoverci rapidamente — ha dichiarato Tinsley — con un team esperto in tecnologia, moderazione dei contenuti e governance».

Nel mese di gennaio, un’offerta è arrivata anche da Perplexity, motore di ricerca basato sull’intelligenza artificiale, che punta a fondere le sue tecnologie con la struttura di TikTok. Il 21 marzo la società ha svelato la sua visione: rendere l’algoritmo dell’app più trasparente, aumentare la fiducia degli utenti e arricchire la piattaforma con nuove funzionalità IA. «Un TikTok potenziato da Perplexity diventerebbe la più grande piattaforma al mondo per creatività e conoscenza», si legge nel comunicato ufficiale.

Nel frattempo, Oracle, gigante del software già in precedenza coinvolto in trattative con TikTok, avrebbe intensificato i colloqui con la Casa Bianca. Il suo piano prevede il controllo dei dati degli utenti americani, con l’obiettivo di impedire ogni possibile accesso da parte del governo cinese.

La posta in gioco è altissima. Non si tratta solo del destino di un’app: in ballo ci sono la sovranità digitale, la gestione dei dati sensibili e l’equilibrio tra libertà d’espressione e controllo statale. TikTok, divenuto fenomeno globale, è ora il cuore di un braccio di ferro tra le due principali potenze del pianeta. E il tempo sta per scadere.

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