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OMS & Pandemie
16 Aprile 2025 - 08:25
WHO website
Un passo che può cambiare il futuro della salute globale. Dopo oltre tre anni di negoziati, tensioni diplomatiche e resistenze incrociate, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato la bozza definitiva del Trattato globale sulle pandemie. L’accordo, ora atteso al voto finale dell’Assemblea Mondiale della Sanità a maggio, punta a evitare il caos vissuto durante il Covid-19 e a scrivere un nuovo paradigma per la risposta sanitaria internazionale.
“Le nazioni hanno fatto la storia. Il mondo oggi è un posto più sicuro”, ha dichiarato emozionato il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
L’accordo mira a rafforzare prevenzione, gestione e risposta alle pandemie, con un’enfasi su equità, solidarietà e trasparenza. Tra i cardini, la creazione del PABS (Pathogen Access and Benefit-Sharing System): un sistema innovativo per la condivisione rapida dei dati sui patogeni tra Stati e aziende farmaceutiche, al fine di accelerare la produzione di vaccini e farmaci salvavita.
Un nodo delicatissimo, che ha visto in passato i Paesi in via di sviluppo denunciare esclusioni e disparità: stavolta, l’intesa prevede quote obbligatorie del 20% di prodotti sanitari pandemici riservati all’OMS, di cui almeno la metà a titolo gratuito.
Altra conquista: l’impegno verso un reale trasferimento di tecnologie e know-how per permettere anche ai Paesi a basso reddito di produrre vaccini e strumenti essenziali. Il tutto regolato da licenze, incentivi e accordi finanziari trasparenti, per non lasciare indietro nessuno.
Sotto la lente anche prevenzione e sorveglianza sanitaria: ogni Stato sarà chiamato a sviluppare piani nazionali solidi, con investimenti nella vaccinazione di routine, nel contrasto alla resistenza antimicrobica e nella gestione del rischio biologico.
Sarà inoltre istituita una Rete globale per la catena di approvvigionamento, per evitare le carenze drammatiche viste con i DPI e i reagenti diagnostici durante il Covid-19. Obiettivo: una distribuzione equa e tempestiva, guidata dai bisogni reali di salute pubblica.
Nel suo intervento, Tedros ha sottolineato come l’accordo rappresenti una risposta concreta in un mondo segnato da tensioni geopolitiche: “Abbiamo dimostrato che, anche in un pianeta diviso, è ancora possibile lavorare insieme per affrontare minacce comuni. Questo è il multilateralismo che funziona”.
L’intesa, originariamente proposta nel 2021 e arenatasi più volte, è ora pronta per diventare realtà. La sua approvazione, attesa per maggio, potrebbe rappresentare il primo trattato sanitario vincolante su scala globale, segnando un punto di svolta nella governance mondiale della salute.
Con la prossima pandemia descritta ormai come “una questione di quando, non di se”, il trattato è la prima vera linea di difesa globale. In un mondo dove un virus può fare il giro del pianeta in 24 ore, la cooperazione non è un'opzione: è una necessità.
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