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Cinema
16 Aprile 2025 - 17:10
Scena tratta dal film
Una semplice comparsata di pochi secondi ora è diventata una spina nel fianco lunga oltre 30 anni.
Chris Columbus, regista di Mamma ho riperso l’aereo – Mi sono smarrito a New York (1992), è tornato a parlare del cameo di Donald Trump nel film cult natalizio e lo ha fatto con parole che pesano come macigni:
“Vorrei poter tagliare quella scena. È una maledizione”.
Tutti la ricordano: Kevin McCallister (Macaulay Culkin) entra nel sontuoso Plaza Hotel di New York, chiede indicazioni a un uomo col cappotto nero e capelli arancio. L’uomo risponde, si gira verso la telecamera, e… è Donald Trump. All’epoca, un cameo divertente, applauditissimo durante le prime proiezioni. Oggi, per il regista, un marchio indelebile che preferirebbe non aver mai inciso nella pellicola.
Columbus, in una recente intervista al San Francisco Chronicle, non ha usato mezzi termini:
“Vorrei davvero che non fosse mai successo. Se provassi a tagliarla oggi, probabilmente verrei espulso dagli Stati Uniti”.
Il dietro le quinte ha ormai i contorni della leggenda. La produzione voleva girare al Plaza Hotel, di proprietà di Trump, e lui pose una condizione precisa: “Potete girare, ma voglio essere nel film”.
Affare fatto. La scena entrò nel montaggio finale, e il resto è storia. Ma quella richiesta – definita oggi dal regista “prepotente” – con gli anni ha assunto toni sempre più controversi. Trump, dal canto suo, ha sempre ribaltato la narrazione:
“Non volevo farlo. Mi hanno implorato. Alla fine ho accettato, e il mio cameo è diventato leggendario”.
La battaglia tra i due, oggi, si gioca a colpi di dichiarazioni. Trump si prende il merito del successo, Columbus nega di averlo “implorato” e ammette candidamente:
“Eravamo disperati di girare lì. Ma non avrei mai supplicato qualcuno che non è un attore per un ruolo nel mio film”.
Il punto è che oggi quel film viene trasmesso ogni Natale, in tutto il mondo, e la scena è sempre lì, incorniciata tra stucchi e tappeti dorati. Per milioni di spettatori è un dettaglio curioso, per Columbus è diventata un fastidioso promemoria di qualcosa che sfugge al suo controllo artistico.
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