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L'erba dell'immortalità: ecco i superfood che possono allungarti la vita (in teoria)

Gynostemma e hericium: tra miti e realtà, l'opinione degli esperti sui nuovi integratori

L'erba dell'immortalità: ecco i superfood che possono allungarti la vita (in teoria)

È possibile che una semplice tisana possa allungare la vita? O che un fungo possa migliorare le nostre capacità cognitive? Queste sono solo alcune delle promesse che accompagnano l'ultima tendenza nel mondo degli integratori alimentari: i superfood. Tra questi, la gynostemma pentaphyllum, nota come "erba dell'immortalità", e l'hericium erinaceus, il fungo "criniera di leone", stanno guadagnando popolarità grazie alle loro presunte proprietà benefiche. Ma quanto c'è di vero dietro a queste affermazioni?



La gynostemma pentaphyllum, conosciuta anche come "ginseng del sud", è una pianta perenne utilizzata da secoli nella medicina tradizionale cinese. Cresce nelle zone montuose dell'Asia e viene consumata principalmente sotto forma di tisane e integratori. Secondo il dottor Michael Aziz, medico internista di New York, questa pianta può accelerare il metabolismo, abbassare il colesterolo e ridurre l'infiammazione, promuovendo la longevità. Tuttavia, il dottor Fabio Firenzuoli, fitoterapeuta del Cerfit di Firenze, invita alla cautela: "Non possiamo lasciarci illudere dai nomi di fantasia", afferma, sottolineando che molte delle attività biologiche attribuite alla gynostemma sono ancora prive di studi clinici adeguati.

L'hericium erinaceus, noto come "criniera di leone", è un fungo diffuso nelle foreste di Europa, Asia e Nord America. È particolarmente studiato per le sue proprietà neuroprotettive, grazie alla capacità di stimolare la produzione del fattore di crescita nervoso (Ngf). Questo lo rende potenzialmente utile nella rigenerazione e protezione delle cellule del sistema nervoso. Tuttavia, come sottolinea Firenzuoli, siamo ancora nelle fasi preliminari della ricerca, e non ci sono prove definitive che possa "curare" malattie come l'Alzheimer.



Nonostante l'entusiasmo che circonda questi superfood, gli esperti invitano alla prudenza. Firenzuoli avverte che l'integrazione con la gynostemma può migliorare i livelli dei grassi nel sangue, ma con effetti modesti. Inoltre, è fondamentale utilizzare con cautela gli integratori a base di questa pianta, soprattutto per chi segue terapie con antiaggreganti piastrinici o anticoagulanti. Allo stesso modo, per l'hericium, è importante non farsi illusioni e attendere studi clinici più consistenti.

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