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ADDIO A PAPA FRANCESCO

Papa Francesco e la forza della semplicità: cosa raccontano i suoi abiti

Dal rifiuto della mozzetta rossa alla croce di ferro: le scelte vestimentarie di Papa Francesco come segno di una Chiesa più sobria e vicina alla gente

Papa Francesco e la forza della semplicità: cosa raccontano i suoi abiti

Papa Francesco (fonte: Instagram)

Quando Papa Francesco si presentò per la prima volta al mondo, la sera del 13 marzo 2013, la sua immagine fu già un segnale chiaro. Nessuna mozzetta rossa, nessuna croce d’oro, nessun abito cerimoniale pesante. Solo una veste bianca, lineare, priva di decori. Un abito che parlava più di molti discorsi: un modo per dire che qualcosa stava cambiando, anche nei dettagli.

Fin dall’inizio, Jorge Mario Bergoglio ha voluto ridurre all’essenziale la forma per dare spazio alla sostanza. Anche nei paramenti liturgici, ha preferito la sobrietà alla ricchezza, la misura alla solennità ridondante. Questa linea nasce da un cammino condiviso, costruito nel tempo. Al centro c’è il lavoro di Filippo Sorcinelli, artista e fondatore del laboratorio liturgico LAVS, che ha collaborato a lungo con il Vaticano nella realizzazione degli abiti papali.

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Sorcinelli, che ha lavorato anche per Benedetto XVI, ha raccontato in più occasioni che con Papa Francesco il lavoro ha assunto un significato del tutto diverso. L’attenzione si è spostata dalla magnificenza dei tessuti al senso profondo del rito. Secondo lui, la liturgia deve certamente comunicare bellezza, ma la Chiesa di ogni giorno vive fuori dai riti, e ha bisogno di altre forme, altre parole, altri simboli. Non bisogna confondere le due cose.

Chi ha visto i paramenti creati per Papa Francesco -casule leggere, mitrie sobrie, stili cromatici sempre equilibrati- ha notato l’assenza quasi sistematica di elementi decorativi vistosi. Ma non si tratta di trascuratezza. Sorcinelli ha spiegato a Crisalidepress che questa è una scelta deliberata, coerente con il modo in cui Francesco intende il suo ruolo. Anche l’abito, in questo senso, è uno strumento pastorale. Il rifiuto delle scarpe rosse, simbolo tradizionale del papato, è solo uno dei tanti dettagli che hanno segnato lo stile di Francesco. Ha continuato a usare le stesse scarpe nere che portava a Buenos Aires, ha scelto una croce pettorale in metallo semplice e ha deciso di vivere a Santa Marta invece che nell’appartamento pontificio.

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Nel laboratorio dove vengono realizzati i paramenti liturgici usati in Vaticano, la parola d’ordine è essenzialità. Non si cercano effetti scenici, non si punta all’impatto visivo. L’obiettivo è uno solo: rispettare il rito, accompagnarlo con sobrietà. Filippo Sorcinelli, che ha collaborato per anni con il Vaticano, lo ha spiegato più volte: non si tratta di fare moda, ma di interpretare una funzione precisa. Quella dell’abito che non attira l’attenzione su di sé, ma si mette al servizio di un messaggio più grande. Nel caso di Papa Francesco, quel messaggio è chiaro: niente eccessi, niente orpelli. Sobrietà non come rinuncia, ma come scelta precisa, coerente con l’idea di Chiesa che ha voluto incarnare fin dal primo giorno.

Col tempo, quell’immagine – la veste bianca senza decorazioni, le scarpe nere, la croce semplice – è diventata familiare. Ma non è mai stata un fatto estetico. È un segno che accompagna il modo in cui Francesco si è presentato al mondo. E che continua a dire qualcosa, anche ora.

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