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Brividi musicali? Ecco cosa accade al cervello quando ascolti le canzoni che ami

A giovarne è il sistema oppioide, che stimola le emozioni e anche il comportamento sociale

 Brividi musicali? Ecco cosa accade al cervello quando ascolti le canzoni che ami

C'è un motivo per cui un assolo di chitarra ci fa venire i brividi, un motivo per cui il ritornello di una vecchia canzone ci riporta indietro nel tempo come una macchina emotiva. Quel motivo è inciso nella biologia più profonda del nostro cervello: ascoltare musica attiva il sistema oppioide, lo stesso che regola emozioni, piacere, dolore e comportamento sociale. In altre parole, la musica ci fa stare bene per ragioni chimiche, non solo culturali.

A rivelarlo con nuovi dettagli è uno studio pubblicato sull’European Journal of Nuclear Medicine, guidato da Vesa Putkinen del Turku PET Centre dell’Università di Turku, in Finlandia. I ricercatori hanno analizzato cosa accade nel cervello di un gruppo di volontarie esposte alla loro musica preferita, utilizzando tecnologie avanzate come la tomografia a emissione di positroni (PET) e la risonanza magnetica funzionale (fMRI). Il risultato? Un vero e proprio “fuoco d’artificio neurochimico” innescato da melodie familiari.

Lo studio ha evidenziato che, durante l’ascolto musicale, il cervello rilascia oppioidi endogeni, neurotrasmettitori naturali associati a stati di benessere e appagamento. Questi agiscono su aree chiave come lo striato ventrale e la corteccia orbitofrontale, regioni note come i “hotspot del piacere”, già coinvolte in esperienze fondamentali per la sopravvivenza come il cibo e il sesso.

«Il rilascio di oppioidi spiega perché la musica può generare sensazioni così intense – spiega Putkinen – pur non essendo legata a bisogni vitali come l’alimentazione o la riproduzione». Una vera e propria anomalia evolutiva che però trova un suo senso: il cervello, nel corso dei millenni, ha affinato una strategia per motivare l’essere umano a ripetere esperienze gratificanti. E la musica, anche se non indispensabile, ha saputo inserirsi in questo circuito virtuoso.

Il meccanismo è tanto affascinante quanto potente. Si compone di tre elementi: il piacere dell’esperienza, il desiderio di riviverla e l’apprendimento che ne deriva. È un ciclo emozionale e motivazionale che tende a ripetersi, rafforzando l’abitudine e talvolta – come ben sappiamo – dando origine anche a comportamenti di dipendenza.

Nella società contemporanea, dove siamo continuamente esposti a stimoli sensoriali, questo schema si ripropone ogni giorno: dalla musica alle serie TV, dai videogiochi ai social media. Ma è la musica, per la sua capacità di coinvolgere emozione, memoria e corpo, a rimanere una delle forme più potenti di piacere neurobiologico.

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