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24 Aprile 2025 - 17:45
Ricostruzione dei duelli fra gladiatori al Colosseo
Per secoli, la storia degli spettacoli gladiatori nell'antica Roma è stata alimentata da fonti storiche e artistiche, ma mai si erano avute prove concrete dei combattimenti tra esseri umani e animali selvatici. Una recente scoperta, però, ha colmato questa lacuna, portando alla luce uno scheletro che rappresenta la prima prova osteologica di un gladiatore sbranato da un leone. Il ritrovamento è avvenuto nel 2004, durante scavi a York, nell'attuale Regno Unito, ma è solo ora che un team di ricercatori ha analizzato i resti, confermando la brutalità di questi eventi.
Lo scheletro in questione appartiene a un uomo di età compresa tra i 26 e i 35 anni, e le analisi osteologiche hanno rivelato segni evidenti di morsi su ossa pelviche, compatibili con quelli lasciati da un grande felino come il leone. I ricercatori hanno paragonato questi segni con quelli di persone moderne aggredite da leoni negli zoo, scoprendo una corrispondenza perfetta. Inoltre, la posizione dei morsi e l'assenza di segni di guarigione suggeriscono che l'uomo sia stato ucciso in seguito a un combattimento con il leone, senza che i morsi stessi fossero fatali immediatamente. Il leone, probabilmente, lo ha aggredito e successivamente si è nutrito del suo corpo.
Il ritrovamento fa parte di una serie di scoperte a York, un’antica città romana, che nel II e III secolo d.C. ospitava spettacoli gladiatori. Fino ad oggi, si pensava che i gladiatori e gli animali venissero usati principalmente in giochi organizzati nel Colosseo a Roma, ma la nuova evidenza suggerisce che simili combattimenti tra uomini e animali avvenissero anche nelle province dell'Impero, come la Britannia romana. I ricercatori, guidati dal professor Tim Thompson dell'Università di Maynooth, hanno notato che altri scheletri rinvenuti in questa stessa area mostrano segni di violenza, come ferite cicatrizzate e segni di decapitazione, pratiche tipiche dei gladiatori, suggerendo che il cimitero fosse un “cimitero per gladiatori” e non per soldati o schiavi, come inizialmente ipotizzato.
Questa scoperta, pubblicata sulla rivista PloS ONE, cambia la nostra comprensione della cultura romana e degli spettacoli gladiatori. Fino ad oggi, la conoscenza di questi eventi si basava su testi di autori come Seneca e Svetonio e sulle raffigurazioni artistiche. La professoressa Malin Holst, coautrice dello studio, ha sottolineato che i segni trovati sui resti sono compatibili con un attacco di un leone, una scoperta che dimostra finalmente la realtà di questi scontri. La testimonianza osteologica è infatti molto più concreta e convincente di quanto avessimo mai immaginato.
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