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Apple
25 Aprile 2025 - 13:00
Una mossa che sa di svolta epocale per l’economia globale e per la geopolitica dell’hi-tech. Apple ha deciso: gli iPhone destinati al mercato statunitense verranno prodotti in India, abbandonando gradualmente la Cina. A darne notizia è il Financial Times, secondo cui il cambio di rotta sarà operativo già dal 2025, con l’obiettivo di spostare integralmente la produzione entro il 2026.
Dietro la scelta del colosso di Cupertino non ci sono solo logiche industriali. A pesare sono soprattutto i dazi imposti dall’amministrazione Trump, tornata sulla scena politica con una nuova guerra commerciale contro Pechino. Con tariffe fino al 145% sulle importazioni cinesi, la Casa Bianca ha scosso l’intero mercato globale, obbligando giganti come Apple a rivedere i propri equilibri produttivi.
Oggi, la quasi totalità degli iPhone è assemblata in Cina, principalmente attraverso Foxconn, colosso taiwanese della manifattura elettronica. Ma i venti politici cambiano. E con essi anche i flussi della globalizzazione. Apple si prepara a raddoppiare la produzione in India in poco più di un anno, affidandosi sempre a Foxconn e Tata Electronics, che già a marzo hanno spedito negli USA iPhone per quasi 2 miliardi di dollari.
Il piano prevede che tutti gli oltre 60 milioni di iPhone destinati annualmente agli Stati Uniti vengano realizzati in India entro fine 2026. Una corsa contro il tempo, considerando che in Cina ci sono voluti vent’anni per costruire l’attuale catena di assemblaggio.
Non è solo una questione di logistica: l’impatto dei dazi rischia di essere devastante anche per i consumatori. Alcune stime parlano di iPhone che potrebbero passare da 1.000 a 3.500 dollari. E non è tutto: l’industria dell’intelligenza artificiale e quella dei semiconduttori osservano con crescente allarme.
Intanto, Apple ha già perso 700 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato, complice l’instabilità dei rapporti sino-americani, ulteriormente peggiorati dopo le restrizioni imposte alle aziende tecnologiche cinesi e le ispezioni sempre più rigide sui siti di produzione Apple in Cina.
Con il 28% degli iPhone globali destinati agli Stati Uniti, il riposizionamento della produzione è tutt’altro che marginale. L’India si candida così a diventare un hub tecnologico mondiale, ben oltre il ruolo di mercato emergente. E Apple non è sola: altre multinazionali stanno valutando strategie simili.
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