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La scoperta

Incontro ravvicinato nello spazio: Lucy immortala l’asteroide dalle due teste

La foto è stata scattata il giorno di Pasqua, ha un diametro di circa 8 chilometri e una larghezza di 3,5

Incontro ravvicinato nello spazio: Lucy immortala l’asteroide dalle due teste

Il giorno di Pasqua, domenica 20 aprile, la sonda spaziale Lucy della NASA ha immortalato un enigmatico gigante cosmico: l'asteroide Donaldjohanson. Un nome che, come suggerisce la memoria, ha un legame profondo con la storia dell'umanità. Lucy è infatti la celebre Australopithecus afarensis che, scoperta nel 1974 da Donald Carl Johanson nel triangolo di Afar, rivoluzionò la nostra comprensione dell'evoluzione. Non a caso, anche la missione spaziale deve il suo nome a quella straordinaria scoperta, che ancora oggi fa eco nella ricerca scientifica.

Partita il 16 ottobre 2021 da Cape Canaveral a bordo di un razzo Atlas V, la sonda Lucy è diretta verso gli asteroidi troiani di Giove: corpi primordiali che custodiscono i segreti della formazione planetaria. Prima di raggiungere il suo obiettivo principale, previsto per l’agosto 2027 con l'incontro ravvicinato di Eurybates, Lucy sta affrontando tappe intermedie per testare la sua strumentazione scientifica. Ed è proprio in questo cammino di collaudo che si è imbattuta in due affascinanti "sassi spaziali".

Il primo, Dinkinesh, è stato raggiunto il 1° novembre 2023. Il secondo, Donaldjohanson, ha mostrato il suo volto alla sonda il 20 aprile scorso, a meno di 1.000 chilometri di distanza. Le prime immagini ravvicinate, già diffuse, rivelano un profilo tanto strano quanto affascinante: la forma bilobata dell'asteroide ricorda due coni gelato uniti alla base o, se si vuole, un giocattolo per cani dalle estremità tondeggianti. Due "teste" collegate da un sottile "collo", una struttura che suggerisce una collisione antica tra due corpi minori, avvenuta circa 150 milioni di anni fa.

I dati preliminari raccolti da Lucy mostrano che Donaldjohanson è ben più massiccio di quanto previsto: con un diametro di circa 8 chilometri e una larghezza di 3,5, rappresenterebbe una minaccia catastrofica in caso d’impatto con la Terra, paragonabile all'evento di Chicxulub che spazzò via i dinosauri 66 milioni di anni fa.

“Donaldjohanson ha una geologia sorprendentemente complessa”, ha commentato il professor Hal Levison, principal investigator della missione Lucy presso il Southwest Research Institute di Boulder, Colorado. “Studiandone le intricate strutture, potremo svelare dettagli cruciali sui mattoni fondamentali del Sistema Solare e sui processi che hanno dato origine ai pianeti”.

Nei prossimi giorni si attendono le immagini complete dell’asteroide, mentre la sonda, nel suo viaggio attraverso l'abisso cosmico, continua a mettere alla prova i suoi strumenti – RALF, LORRI e TES – in vista della sfida più ambiziosa: scrutare i misteriosi satelliti troiani di Giove.

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