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Viaggi studio
29 Aprile 2025 - 07:00
Negli ultimi trent'anni, il mondo dei viaggi studio è cambiato radicalmente. Se una volta il sogno di ogni giovane italiano erano il Regno Unito o gli Stati Uniti, oggi nuove mete si fanno largo nell'immaginario collettivo. A dirlo è l'indagine condotta da YouGov per Wep, l’organizzazione leader negli scambi culturali e linguistici, riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Secondo i dati, un italiano su tre ha partecipato a un viaggio studio all’estero, percentuale che sale al 47% tra i 18-34enni. Ma sono soprattutto le destinazioni a raccontare come il mondo sia cambiato.
Destinazioni più scelte: addio esclusiva anglosassone
Negli anni '90, il dominio era netto: 68% Regno Unito, 43% Stati Uniti. Oggi, se gli USA salgono al 57%, il Regno Unito scivola al 50%, perdendo ben 18 punti percentuali. A pesare, la Brexit, indicata da metà degli italiani come causa principale della disaffezione.
Ma non è solo il Regno Unito a cambiare posizione: l’Australia passa dal 7% al 28%, il Canada dall’8% al 22%, mentre i Paesi asiatici registrano una crescita esplosiva: dal 4% al 28%, con un picco del 41% tra i giovani.
Un dato che certifica il cambio di rotta: l’Asia è il nuovo orizzonte degli studenti italiani.
Perché si sceglie un viaggio studio: non solo lingua
Il 67% degli intervistati indica la lingua come fattore principale nella scelta della meta, ma tra i giovani questa percentuale scende al 56%. A pesare di più sono:
Opportunità accademiche (55%)
Cultura locale (34%)
Costo della vita, reputazione delle istituzioni e networking internazionale
E per la Generazione Z entra in gioco anche un elemento inedito: la ricerca di destinazioni cool (34%).
La scelta dell'organizzazione che cura il viaggio si basa su quattro fattori chiave: qualità dei corsi (44%), rapporto qualità-prezzo (39%), sicurezza (33%) e supporto locale (39%).
Effetti positivi: dal curriculum alla crescita personale
Chi parte per un viaggio studio non torna mai uguale.
Il 45% degli studenti italiani riporta un miglioramento nella media scolastica e 9 su 10 ritengono l’esperienza fondamentale per il proprio futuro lavorativo.
Ma l'impatto va oltre il rendimento:
53% ha migliorato le competenze linguistiche
46% ha sviluppato autonomia
47% ha affinato la comunicazione interculturale
44% ha ampliato apertura mentale, tolleranza ed empatia
E soprattutto, il 40% racconta di un cambio significativo di percorso di vita grazie all'ampliamento del proprio network internazionale.
Se l'esperienza arricchisce, i costi continuano a pesare.
Tra chi non è partito, il 44% indica come principale ostacolo il prezzo troppo elevato. Un problema che, oggi come ieri, rischia di rendere i viaggi studio ancora un'opportunità per pochi.
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