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Curiosità
29 Aprile 2025 - 18:40
Lo scorso sabato 26 aprile, sulle acque del fiume Alzette, si è svolta per la ventiquattresima volta la Duck Race, una competizione benefica che ogni anno attira centinaia di curiosi e partecipanti. Ma dietro l’atmosfera festosa si nasconde una realtà che solleva più di una perplessità.
L’evento, organizzato dalla Roundtable Luxembourg con il patrocinio della Città di Lussemburgo, ha visto il rilascio in acqua di 20.000 paperelle di plastica, ciascuna "adottabile" con una donazione di 5 euro. In palio, come incentivo, premi di valore tra cui un’automobile. A fare da cornice alla manifestazione, stand gastronomici, strade chiuse al traffico e la partecipazione di importanti figure istituzionali, tra cui il Vice Primo Ministro Xavier Bettel e la Sindaca Lydie Polfer.
Se da un lato l’obiettivo era nobile — raccogliere fondi per diverse ONG tra cui Pharmaciens sans Frontières ASBL, Study-Help ASBL e Asha 4 Children — dall’altro è difficile ignorare la contraddizione tra spirito solidale e impatto ecologico. In un momento storico in cui l’emergenza ambientale è sotto gli occhi di tutti, immettere migliaia di oggetti in plastica in un ecosistema acquatico suscita dubbi e critiche.
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Gli organizzatori hanno etichettato l’iniziativa come "a impatto zero", grazie a misure di compensazione delle emissioni e all’inclusione dell’evento nel programma “AntiGaspi” contro lo spreco alimentare. Ma definire "sostenibile" una gara che fa del lancio di plastica in fiume il proprio fulcro, appare più un esercizio di greenwashing che un reale impegno per l’ambiente.
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