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Animali e salute

Zecche in montagna: come prevenire e gestire i rischi di infezioni

Strategie di protezione, comportamenti da adottare e cosa fare in caso di morso per evitare malattie come la malattia di Lyme e la meningoencefalite

Zecche in montagna: come prevenire e gestire i rischi di infezioni

Non è affatto raro essere morsicati dalle zecche durante le escursioni in montagna, specialmente in aree frequentate da animali. Questi parassiti tendono a preferire boschi umidi e ombreggiati, prati erbosi, cespugli, il sottobosco e le zone di campi abbandonati. Il rischio maggiore delle zecche è che, tramite il loro morso, possano trasmettere malattie come la malattia di Lyme e la Tick-Borne Encephalitis (TBE), una forma di meningoencefalite che può danneggiare il sistema nervoso causando effetti gravi e permanenti.

Negli ultimi anni, l’aumento delle temperature anche in alta montagna ha contribuito a una maggiore incidenza di casi. È quindi fondamentale prendere precauzioni. Come proteggersi?

Come si dice, prevenire è meglio che curare. È importante percorrere i sentieri rimanendo al centro, in modo da evitare il contatto con la vegetazione circostante, soprattutto in aree dove l’erba è alta. Per lo stesso motivo, è sconsigliato stendersi sull’erba, specialmente in zone a rischio.

In termini di abbigliamento, si consiglia di indossare scarpe alte e ben chiuse, pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe, preferibilmente di colore chiaro, così da poter individuare facilmente eventuali zecche e rimuoverle prima di entrare in casa.

Dopo aver trascorso del tempo in un'area potenzialmente infetta, è utile esaminare con cura la pelle e gli indumenti per rimuovere ogni possibile parassita, focalizzandosi su zone particolarmente vulnerabili come testa, collo, dietro le ginocchia e fianchi. Si può anche ricorrere a repellenti, che si trovano facilmente in farmacia, chiedendo consigli al farmacista per il loro utilizzo, soprattutto se si tratta di bambini.

Se si possiedono animali domestici, è importante ispezionarli accuratamente e applicare gli antiparassitari adeguati.

Cosa fare in caso di morso

Evitate di utilizzare sostanze come etere, alcol, cloroformio, ammoniaca, acetone o creme per cercare di rimuovere la zecca. La maniera migliore per rimuoverla è con una pinzetta, afferrandola il più vicino possibile alla pelle, ed estrarla con un movimento delicato evitando che la testa rimanga attaccata. È fondamentale non schiacciare il corpo della zecca durante la rimozione, in quanto potrebbe liberare patogeni che potrebbero aumentare il rischio di infezioni.

Se la testa della zecca rimane conficcata nella pelle, si può cercare di rimuoverla con un ago sterile, come si farebbe con una scheggia. Dopo aver rimosso il parassita, disinfettare accuratamente la zona interessata, senza usare sostanze che possano macchiare la pelle.

Si raccomanda di non toccare la zecca con le mani nude, ma di usare dei guanti per evitare il rischio di contaminazione. Le mani vanno poi lavate con attenzione. Dopo la rimozione, si noterà spesso un leggero rigonfiamento rosso che successivamente forma una crosticina.

Una volta rimossa la zecca, è fondamentale monitorare la zona per 30-40 giorni per eventuali sintomi di infezione. La zecca può trasmettere virus, batteri e altri agenti patogeni, quindi è importante osservare l'eventuale comparsa di sintomi come arrossamenti cutanei, febbre, dolori muscolari, gonfiore alle articolazioni, ingrossamento delle ghiandole linfatiche o sintomi simili all'influenza. In tal caso, è consigliato rivolgersi al medico. È utile annotare il luogo e la data in cui è avvenuto il morso. In alcuni casi, può essere utile conservare la zecca per consentire una corretta identificazione del parassita.

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