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Vita da spia

I cortometraggi della CIA per reclutare cittadini cinesi: lo spionaggio a colpi di video

Due mini-film in lingua cinese, pubblicati sui social, promettono libertà e riscatto ai funzionari disillusi del regime

I cortometraggi della CIA per reclutare cittadini cinesi: lo spionaggio a colpi di video

In un'epoca in cui la guerra delle informazioni si gioca anche sui social media, la CIA ha deciso di rompere gli schemi. L’agenzia di intelligence americana ha lanciato una campagna di reclutamento mirata ai cittadini cinesi, utilizzando due video in lingua mandarino che sembrano usciti da un film di spionaggio. Eleganti, narrativi, avvolti da una musica tesa e coinvolgente, questi mini-film puntano dritti al cuore di funzionari e giovani disillusi del Partito Comunista Cinese, promettendo un’alternativa a una vita di controllo e sottomissione.

I video, pubblicati sui canali social della CIA, durano poco più di due minuti e raccontano due storie emblematiche. La prima segue un funzionario di alto livello che vive con l’ansia costante di essere travolto dalle purghe interne al regime. A una cena formale, mentre agenti governativi lo osservano, una voce narrante riflette: “Coloro che mi hanno preceduto sono spariti uno dopo l’altro. Il mio destino è incerto quanto il loro”. La paura per il futuro della propria famiglia lo spinge a cercare una via d’uscita: contattare la CIA.

La seconda clip si rivolge a una generazione più giovane, frustrata dall'immobilismo sociale. Un impiegato statale, costretto a lunghi turni e umilianti sessioni di autocritica, osserva il proprio superiore vivere nel lusso. “Ci avevano promesso un futuro luminoso. Ora so che quel cielo è riservato a pochi”, racconta, mentre sceglie di prendere in mano il proprio destino.

Con questi video, la CIA mostra un volto diverso: non più solo mistero e segretezza, ma narrazione emotiva e accessibile. Non si limita a dare istruzioni operative — già diffuse in un precedente video in ottobre — ma punta a generare empatia, facendo leva su frustrazioni reali. L’obiettivo è chiaro: convincere potenziali informatori a superare la censura di stato e mettersi in contatto con l’intelligence americana attraverso canali sicuri.

Secondo fonti interne, i filmati stanno raggiungendo il pubblico cinese, aggirando in parte il “Grande Firewall” e stimolando risposte. “Se non funzionassero, non li produrremmo più”, ha dichiarato un funzionario della CIA. Ma l’efficacia, per ora, resta difficile da verificare.

L’iniziativa si inserisce in un contesto di crescente tensione tra Stati Uniti e Cina, dove la raccolta di informazioni è considerata cruciale per mantenere un vantaggio strategico. Non a caso, il direttore della CIA John Ratcliffe ha ribadito che Pechino rappresenta la priorità assoluta per l’agenzia. La risposta cinese, però, non si è fatta attendere: le autorità hanno avviato campagne di contropropaganda per sensibilizzare i cittadini sui rischi del tradimento e sulle manovre straniere per destabilizzare il paese.

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