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Carbone vegetale: cosa ne pensa la scienza?

Dalle origini antiche all’uso moderno in cosmetici, integratori e alimenti: cosa dice davvero la scienza su benefici e limiti di questa sostanza.

Carbone vegetale: cosa ne pensa la scienza?

Carbone vegetale

Tra integratori, maschere viso e cocktail dal colore inconfondibile, il carbone vegetale continua ad attrarre attenzione. Ma al di là delle apparenze scenografiche e dei trend del momento, quali sono i suoi effettivi benefici? È un rimedio utile o solo una moda passeggera? La scienza invita alla cautela e distingue chiaramente tra utilizzi fondati ed eccessi di marketing.

Noto anche come carbone attivo o attivato, si ottiene dalla carbonizzazione di materiali vegetali come legno, gusci di cocco o bambù. Il processo avviene ad alte temperature (600–900 °C) in assenza di ossigeno, e successivamente viene trattato con vapore o gas ossidanti per aumentarne la porosità. Il risultato è una polvere nera e inodore con una superficie assorbente molto estesa: un grammo può superare i 1000 m² di area interna.

Questa struttura microporosa consente al carbone vegetale di intrappolare gas, tossine e altre sostanze a livello intestinale, limitandone l’assorbimento da parte dell’organismo.

Il carbone vegetale trova applicazione in alcuni contesti specifici:

  • Alleviare gonfiore e flatulenza: l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha approvato l’efficacia di almeno 1 grammo assunto 30 minuti prima e subito dopo i pasti, per ridurre l’eccessiva produzione di gas intestinali.

  • Trattare diarrea lieve o alitosi da fermentazioni intestinali.

  • Gestione di intossicazioni: in ambito ospedaliero, viene impiegato sotto supervisione medica entro un’ora dall’ingestione di sostanze tossiche, per limitarne l’assorbimento sistemico.

Nonostante la sua diffusione in cosmetica e in prodotti alimentari “detox”, gli esperti chiariscono che il carbone vegetale non ha proprietà disintossicanti sistemiche. Organi come fegato, reni e intestino svolgono già un’efficace funzione depurativa.

L’utilizzo indiscriminato può inoltre causare effetti collaterali:

  • Interferenze con i farmaci: può ridurre l’assorbimento di principi attivi (antibiotici, contraccettivi, antidepressivi, ecc.), compromettendone l’efficacia.

  • Disturbi gastrointestinali: nausea, vomito o stitichezza, soprattutto nei soggetti sensibili.

  • Non è indicato per tutti: ne è sconsigliato l’uso in bambini piccoli, donne in gravidanza e in presenza di patologie intestinali.

Oltre agli integratori, il carbone vegetale è oggi incluso in dentifrici sbiancanti, maschere purificanti, bevande e dessert neri. Tuttavia, l’efficacia reale in questi ambiti è ancora oggetto di studio. L’aspetto visivo e la simbologia del “nero purificante” spesso prevalgono sulla reale validità scientifica.

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