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E LE PICCOLE IMPRESE?

Il colosso americano sbarca in Italia: 3000 posti di lavoro a tempo indeterminato

Un'azienda in continua espansione, offre opportunità in tutto il Paese. E non serve la laurea

Il colosso americano sbarca in Italia: 3000 posti di lavoro a tempo indeterminato

Foto d'archivio - apertura Starbucks a Torino

In un'epoca in cui la stabilità lavorativa sembra un miraggio, arriva una notizia che potrebbe cambiare il panorama occupazionale italiano: Starbucks, il gigante americano del caffè, ha annunciato un piano di espansione che prevede l'apertura di migliaia di nuovi punti vendita in tutto il mondo, con l'Italia come protagonista. Ma cosa significa realmente questa mossa per il mercato del lavoro italiano e per chi è alla ricerca di un impiego stabile?



Il 2025 potrebbe essere l'anno della svolta per molti italiani in cerca di lavoro. Come dichiarato dalla stessa azienda, le 3.000 aperture previste a livello globale puntano proprio a rafforzare la connessione con i clienti, su un servizio più umano e investire in stabilità occupazionale. L’Italia, in tutto questo, è in prima linea: decine di nuovi store sono già in cantiere e molti altri seguiranno entro fine anno.

Starbucks ha deciso di investire pesantemente nel nostro Paese, non solo nei centri storici, ma anche in aree commerciali, outlet e quartieri periferici, rendendo il caffè americano parte integrante della vita quotidiana degli italiani. Questa espansione non è solo una questione di numeri, ma rappresenta un'opportunità concreta per chi cerca un lavoro stabile, senza necessariamente possedere una laurea. 

Le assunzioni: chi cercano e dove

Starbucks è alla ricerca di baristi, store manager, assistant manager e stagisti da formare sul campo. Non è richiesta una laurea, ma spirito di squadra, flessibilità e voglia di mettersi in gioco. Le selezioni sono già attive e si concentrano in particolare sulle nuove aperture previste in Italia.

Tra le città coinvolte ci sono Milano, Roma, Firenze, Bologna, Napoli, Torino, Verona, Venezia, Cagliari, Bergamo e Brescia, ma anche outlet e aeroporti come Serravalle Scrivia (già aperto) e Orio al Serio.

Le candidature si inviano online, direttamente sul sito ufficiale di Starbucks oppure tramite i principali portali lavoro. Chi entra, trova un ambiente solido, dinamico, con percorsi concreti per costruirsi una carriera. 

La strategia

L'obiettivo di Starbucks è chiaro: diventare una presenza costante e riconoscibile nel tessuto urbano italiano, non più solo legata al turismo o ai flagship da vetrina. Questo piano ambizioso mira a rafforzare la connessione con i clienti, offrendo un servizio più umano e investendo in stabilità occupazionale. In un mercato del lavoro spesso caratterizzato da precarietà e incertezza, l'offerta di contratti a tempo indeterminato rappresenta una boccata d'aria fresca. Ma cosa rende questo piano così speciale? Innanzitutto, la volontà di Starbucks di investire in formazione e crescita professionale. Chi entra a far parte del team, trova un ambiente solido e dinamico, con percorsi concreti per costruirsi una carriera. Non una promessa vaga, ma una strada reale, con inizio immediato e contratto stabile. Inoltre, l'azienda non richiede una laurea, ma valorizza lo spirito di squadra, la flessibilità e la voglia di mettersi in gioco.

MERCATO DEL LAVORO ITALIANO
L'arrivo di Starbucks in Italia potrebbe avere un impatto significativo sul mercato del lavoro. Da un lato, l'apertura di nuovi punti vendita creerà migliaia di posti di lavoro, contribuendo a ridurre il tasso di disoccupazione. Dall'altro, l'offerta di contratti a tempo indeterminato potrebbe spingere altre aziende a rivedere le proprie politiche occupazionali, in un contesto in cui la stabilità lavorativa è sempre più richiesta dai lavoratori. Tuttavia, è importante considerare anche le sfide che questa espansione potrebbe comportare. L'ingresso di un colosso come Starbucks potrebbe mettere sotto pressione le caffetterie locali, che dovranno competere con un marchio globale dotato di risorse e strategie di marketing avanzate. Resta dunque da vedere come il mercato italiano reagirà a questa nuova dinamica e se le caffetterie locali riusciranno a trovare il loro spazio in un contesto sempre più competitivo. 

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