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Architettura

L'Art Deco compie 100 anni: geometrie, lusso e modernità

Nato dalla Parigi del 1925 e influenza l'architettura di Torino: lo stile che ha trasformato città e cultura visiva continua a sedurre con la sua eleganza funzionale

L'Art Deco compie 100 anni: geometrie, lusso e modernità

Casa Enrieu, in via Cibrario a Torino

Un secolo fa, l’Esposizione Internazionale di Arti Decorative e Industriali Moderne, tenutasi a Parigi nel 1925, segnava la nascita ufficiale di un nuovo stile: l’Art Deco. Nato come risposta alla leggerezza dell’Art Nouveau e alla brutalità della guerra, il movimento celebrava modernità, ordine e piacere estetico con linee geometriche, materiali innovativi e un’eleganza sobria ma opulenta.

Il nome "Art Deco" fu coniato nel 1968, ma lo stile si affermò sin da subito in Europa e negli Stati Uniti. A Londra, il Savoy Hotel abbracciò il nuovo gusto con la celebre sala Pinafore e la scritta in acciaio del 1929. A Bruxelles, lo stile segna monumenti come la Villa Empain, mentre Parigi vanta capolavori come il Palais de Tokyo. Oltreoceano, l’Art Deco trovò piena espressione nei grattacieli americani, come il colossale Merchandise Mart di Chicago.

Secondo la storica Emma Bastin, l’Art Deco è riconoscibile per le sue forme nette, motivi ripetuti come raggi, zig-zag, figure stilizzate, e l’uso di materiali come acciaio, vetro e pietra. È uno stile glamour ma essenziale, influenzato tanto dall’antico Egitto quanto dall’industria moderna. Negli anni ’30, lo stile si semplificò, trasformandosi in Streamline Moderne, più sobrio e orizzontale, ispirato a treni, aerei e transatlantici. L’espansione urbana offrì nuovi spazi per edifici pubblici eleganti e funzionali.

A Torino, l’Art Déco si afferma già negli anni Venti. In via Cibrario 62 sorge Casa Enrieu dell’architetto Bertola: superfici piane, cornici e motivi ondulati segnano il distacco dal Liberty. Stesso stile per l’edificio adiacente su via Bossi. Nel 1926, in corso Vittorio Emanuele II nasce il Palazzo del Cinema su progetto di Bonadè-Bottino: con la sua cupola e l’ingresso angolare, divenne il più grande cinema d’Italia. Dopo l’incendio del 1980, la facciata è stata conservata nel progetto di Pier Paolo Maggiora.

In piazza Solferino, Giuseppe Momo firma nel 1928 la sede della Società Anonima Edile Torinese, sobria ed elegante. Tra i protagonisti locali, Vittorio Eugenio Ballatore di Rosana progettò le Torri Rivella, l’Istituto Elettrotecnico Galileo Ferraris e diversi edifici tra corso Regina, corso D’Azeglio e piazza Bernini, contribuendo in modo decisivo al volto déco della città.

L’Art Deco resta uno stile senza tempo, simbolo di rinascita, fiducia e bellezza accessibile. A cent’anni dalla sua affermazione, continua a ispirare architetti, designer e artisti in tutto il mondo.

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