l'editoriale
Cerca
Curiosità
09 Maggio 2025 - 10:30
In una città dove l’acqua è ovunque ma mai bevibile, qualcuno ha deciso di fare l’impensabile: preparare un caffè con l’acqua dei canali di Venezia. No, non è uno scherzo né una trovata pubblicitaria. È un progetto reale, ingegnoso e sorprendentemente poetico, destinato a far parlare di sé ben oltre la durata della 19ª Biennale Architettura, che animerà la città lagunare da maggio a novembre 2025.
Il suo nome è Canal Café ed è molto più di un esperimento gastronomico. Alla base c’è una sfida ambiziosa e (apparentemente) paradossale: trasformare l’acqua che tutti evitano in un simbolo di rigenerazione urbana.
Dietro questa provocazione raffinata c’è una squadra internazionale che unisce architettura, sostenibilità e alta cucina. A guidarla è il celebre Carlo Ratti, insieme allo studio Diller Scofidio + Renfro, al teorico dell’architettura Aaron Betsky e alle aziende specializzate in depurazione Natural Systems Utilities e Sodai. Ma la ciliegina è l’inconfondibile tocco dello chef Davide Oldani, pronto a dare al caffè più insolito d’Italia una dignità gastronomica.
La procedura? Ingegnosa quanto trasparente: l’acqua dei canali viene raccolta e filtrata grazie a un sistema naturale che sfrutta piante fitodepuratrici e vasche comunicanti, fino a renderla pura, limpida e perfettamente potabile. Solo allora diventa l’ingrediente base per un espresso servito in una postazione open-air allestita davanti al Padiglione Italia, in zona Arsenale.
Che Venezia sia legata a doppio filo al caffè non è una novità. Fu infatti tra le prime città europee ad accoglierlo nel XVII secolo, e ospita tuttora il leggendario Caffè Florian, simbolo di eleganza e convivialità. Ma con il Canal Café il rapporto tra la città e la sua bevanda simbolo cambia prospettiva: il caffè non arriva solo da lontano, ma nasce da ciò che già c’è — e che spesso ignoriamo.
Non è un caso che proprio qui si voglia dimostrare che anche ciò che appare compromesso può essere trasformato, rivalutato, restituito alla collettività in forme nuove e intelligenti. Un messaggio potente in tempi in cui la parola “sostenibilità” rischia di diventare retorica se non accompagnata da gesti concreti.
Il Canal Café è un’installazione, certo. Ma è anche un invito a ripensare la città e il nostro modo di viverla. In un momento in cui l’attenzione per l’ambiente, il riuso e la valorizzazione delle risorse è più urgente che mai, questa tazzina di caffè porta con sé una visione radicale e ottimista: l’idea che l’innovazione non stia sempre nell’aggiungere qualcosa, ma spesso nel guardare con occhi nuovi ciò che abbiamo già sotto il naso — o sotto i piedi.
E poi, ammettiamolo: ordinare un espresso “a base di laguna” è anche un piccolo brivido esistenziale, il modo più elegante per mettere in discussione pregiudizi e certezze, almeno fino all’ultima goccia.
Chissà, magari il prossimo trend non sarà il cold brew con ghiaccio di montagna o il flat white australiano, ma il “canal espresso veneziano”.
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Consiglio di amministrazione: Presidente Massimo Massano | Consigliere, Direttore emerito e resp. trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..