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Tendenze e Report
11 Maggio 2025 - 21:00
La maternità in Italia sta vivendo un fenomeno in continua evoluzione: le donne italiane decidono di diventare madri sempre più tardi. Con un’età media al parto di 31,8 anni per il primo figlio, l’Italia si colloca ai vertici dell'Unione Europea, con il dato più alto. Questo trend è il risultato di una combinazione di fattori economici, sociali e culturali che influenzano profondamente la vita delle donne italiane.
L’età media per il primo parto in Italia ha raggiunto livelli molto alti, ben al di sopra della media europea. Il dato, infatti, è il più alto in Europa, con l’età media delle madri che si attesta a 33 anni quando si considera anche il secondo o terzo figlio. Se si includono le mamme straniere che partoriscono in Italia, il dato scende leggermente, ma rimane comunque tra i più alti d’Europa. L’età media per il primo figlio, in Italia, supera i 31 anni, molto più alta rispetto alla media dell'Unione Europea che si attesta a 29,8 anni.
Le ragioni dietro il ritardo
Il principale motivo per cui le donne italiane decidono di posticipare la maternità è la difficoltà economica. L’instabilità lavorativa, i contratti precari e le difficoltà nell’accedere a una casa propria sono ostacoli significativi che spingono molte donne a ritardare il momento della maternità. La ricerca di una stabilità economica è fondamentale per garantire un futuro al proprio figlio, e molte donne italiane non si sentono pronte a intraprendere questo cammino finché non hanno raggiunto una certa sicurezza.
Un altro aspetto fondamentale è la maggiore scolarizzazione delle donne italiane. Le opportunità di istruzione e carriera sono sempre più accessibili, e molte donne decidono di concentrarsi su questi aspetti prima di diventare madri. La maternità, quindi, viene vissuta come un passo importante e ponderato, che richiede tempo e preparazione.
Le mamme straniere in Italia presentano un’età media al parto inferiore rispetto alle donne italiane, ma non di molto. Sebbene l’età media al primo parto per le mamme straniere si attesti sui 29,2 anni, quando si considerano tutte le mamme, il dato complessivo scende a 32,4 anni. Le differenze culturali e le diverse situazioni socio-economiche delle donne straniere contribuiscono a questa variabilità. Tuttavia, l’Italia rimane tra i Paesi con le madri più anziane al momento del parto.
Il rinvio della maternità ha ripercussioni non solo a livello individuale, ma anche a livello sociale. Con un numero sempre minore di bambini nati, l’Italia sta affrontando una sfida demografica importante, con l’invecchiamento della popolazione che pone questioni serie sul futuro del Paese. Mentre la natalità cala, la popolazione anziana aumenta, creando squilibri che potrebbero influenzare la sostenibilità del sistema previdenziale e delle politiche sociali.
Nonostante le difficoltà, ci sono segnali positivi. Il numero di donne che riescono a conciliare maternità e carriera è in aumento. Secondo il Rapporto CeDAP del Ministero della Salute, il 60,1% delle donne italiane continua a lavorare durante e dopo la gravidanza. Questo dato è in crescita, segno che molte donne riescono a trovare un equilibrio tra vita professionale e familiare. Le madri italiane, in particolare, mostrano un tasso di occupazione ancora più elevato, pari al 67,9%, rispetto alle mamme straniere.
Le challanges rimangono significative. La precarietà del lavoro, la difficoltà nell'accedere a una casa e la carenza di politiche familiari adeguate sono temi urgenti che le istituzioni devono affrontare. Il futuro della maternità in Italia dipende dalla capacità del Paese di offrire alle donne maggiori opportunità e sicurezza, per garantire che possano scegliere di diventare madri senza sacrificare il proprio benessere o quello dei propri figli.
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