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Alimentazione & Psicologia
14 Maggio 2025 - 21:15
Foto di repertorio
Ci sono momenti in cui mangiare non è una risposta al bisogno fisiologico del corpo, ma una risposta a un vuoto emotivo. Può capitare quando ci sentiamo sopraffatti, ansiosi, annoiati o semplicemente soli. In questi casi, il cibo non serve per nutrire, ma per riempire uno spazio più profondo, una sensazione di disagio che non sappiamo come affrontare. È questa la base dell'alimentazione emotiva, un comportamento che coinvolge molti di noi, ma che spesso viene ignorato o giudicato con severità.
L'alimentazione emotiva si verifica quando mangiamo non per fame, ma per rispondere a emozioni come stress, ansia, tristezza o frustrazione. In alcuni casi, anche la noia o la ricerca di una gratificazione immediata possono spingerci a mangiare. È il cibo che diventa un rifugio, un modo per distrarsi o per trovare un momento di conforto. Ma, sebbene il cibo possa sembrare di aiuto inizialmente, il sollievo che porta è spesso temporaneo, seguito da sensi di colpa, insoddisfazione e un ulteriore bisogno di riempire quel vuoto emotivo.
Una delle difficoltà principali è distinguere la fame emotiva dalla fame fisiologica. La fame emotiva arriva improvvisamente e con urgenza, spesso spingendoci verso cibi specifici, ricchi di zuccheri, grassi o sale, che promettono un rapido sollievo. Ma non si placa mai davvero, anche dopo aver mangiato. La fame fisiologica, invece, cresce lentamente e può essere soddisfatta da una varietà di alimenti, portando a una sensazione di appagamento e sazietà. La fame emotiva, al contrario, è spesso legata a momenti di solitudine o stress, mentre la fame fisiologica è più graduale e meno selettiva.
Mangiare per gestire emozioni difficili non è un segno di debolezza, ma piuttosto un meccanismo di autoregolazione che sviluppiamo nel tempo. Fin da piccoli, possiamo aver imparato a usare il cibo come strumento per affrontare emozioni difficili. Il problema sorge quando questa diventa l’unica modalità per gestire lo stress, l’ansia o la tristezza. In questi casi, l’alimentazione emotiva può diventare un ostacolo al benessere, e in alcuni casi può evolversi in un disturbo alimentare.
Il primo passo per affrontare la fame emotiva non è combatterla, ma osservare il bisogno. Quando ti viene voglia di mangiare senza motivo apparente, fermati un attimo e chiediti cosa stai realmente cercando: comfort, distrazione, rilassamento? Spesso basta qualche secondo di riflessione per accorgersi che non si ha davvero fame. In alternativa, puoi provare a cambiare gesto: bere un bicchiere d’acqua, fare una passeggiata, scrivere o semplicemente respirare profondamente. Se decidi comunque di mangiare, fallo con consapevolezza, prendendoti il tempo per assaporare ogni boccone.
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