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Salute
14 Maggio 2025 - 16:45
Immagine di repertorio
Troppo lavoro può modificare la struttura del cervello, influenzandone le funzioni cognitive. Questa è la conclusione di un recente studio pubblicato sulla rivista 'Occupational & Environmental Medicine', che esamina gli effetti del cosiddetto "superlavoro".
Gli scienziati hanno scoperto che lavorare molte ore – specificamente, 52 o più a settimana – può alterare le aree cerebrali legate alla regolazione emotiva e alla funzione esecutiva, quali la memoria di lavoro e la risoluzione dei problemi. La ricerca si basa su dati dello studio di coorte Grocs (Gachon Regional Occupational Cohort Study) e su risonanze magnetiche effettuate per analizzare l'impatto delle lunghe ore di lavoro sulla struttura cerebrale. L'analisi ha incluso 110 persone, principalmente medici, di cui 32 lavorano ore extra rispetto agli 78 che seguono orari standard. Le risonanze magnetiche hanno rivelato che chi lavorava oltre le 52 ore aveva variazioni significative nel volume delle regioni cerebrali implicate nelle funzioni esecutive e nella regolazione emotiva.
Gli aumenti più notevoli sono stati osservati nel giro frontale mediale, una parte del cervello essenziale per l'attenzione, la memoria di lavoro e l'elaborazione del linguaggio. Altre regioni interessate includono il giro frontale medio e superiore, responsabili dell'attenzione e della pianificazione, e l'insula, che è cruciale per l'integrazione delle informazioni sensoriali e motorie e per l'elaborazione delle emozioni. Questo studio osservazionale, pur limitato nella sua portata, suggerisce che il superlavoro possa indurre risposte neuroadattive allo stress lavorativo cronico, potenzialmente causando difficoltà cognitive ed emotive: le scoperte non determinano un rapporto diretto di causa ed effetto, ma indicano una possibile connessione biologica che merita ulteriori indagini.
I ricercatori sottolineano l'importanza di considerare il superlavoro come un serio rischio per la salute e richiamano l'attenzione sulla necessità di politiche lavorative che limitino le ore di lavoro eccessive per tutelare la salute mentale dei lavoratori. La ricerca futura, attraverso studi di neuroimaging longitudinali e multimodali, sarà cruciale per confermare e approfondire questi risultati.
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