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Agricoltura

Produzione di broccoli in quota: raccolte garantite fino a luglio 2025

Gli agricoltori puntano su altitudini superiori ai 500 metri per estendere la campagna estiva e fronteggiare le difficoltà climatiche nelle zone tradizionali

Produzione di broccoli in quota: raccolte garantite fino a luglio 2025

La produzione di broccoli si estenderà fino a luglio 2025 grazie alla strategia di coltivazione in aree collinari, a oltre 500-600 metri di altitudine. Le prime raccolte di infiorescenze stanno già iniziando, provenienti da trapianti effettuati nei primi giorni di marzo. La zona di riferimento è quella del Vulture, nel nord della Basilicata, un’area con clima fresco e temperature minime attuali attorno agli 8°C. A raccontarlo è Pasquale Bruno, responsabile commerciale della Natura Ortaggi, azienda ortofrutticola attiva nel sud Italia e presente anche sui mercati esteri.

"L’idea di coltivare a quote più elevate – spiega Bruno – nasce dalla necessità di prolungare la disponibilità del prodotto, offrendo continuità durante l’estate, periodo critico per la coltivazione delle brassiche nelle aree tradizionali di Puglia e Basilicata".

La stagione di raccolta per Natura Ortaggi è cominciata già a settembre e continuerà fino quasi alla fine di luglio del prossimo anno. L’azienda ha destinato circa 550 ettari alle coltivazioni brassicole, così suddivisi: 400 ettari di broccolo, 100 di cavolfiore bianco, 30 di cavolfiore romanesco e 20 di cavolfiore verde.

Il responsabile sottolinea come l’andamento climatico irregolare, caratterizzato da caldo anomalo e siccità persistente, abbia causato un’accelerazione nella maturazione delle piante, seguita da fasi di scarsità del prodotto. "Ci sono stati momenti in cui l’offerta abbondante ha fatto scendere notevolmente i prezzi", aggiunge Bruno.

Per quanto riguarda le quotazioni, i cavolfiori – la cui campagna si concluderà a breve con le ultime partite da Puglia e Basilicata – sono passati da 1,30 €/kg del periodo pasquale a 0,90-1 €/kg. Nonostante la domanda sia presente, il confronto con gli anni precedenti evidenzia una riduzione generale nei consumi di ortaggi. Un esempio è la Germania, storicamente uno dei principali mercati di esportazione per l’azienda, dove si registra un calo degli ordini del 10-15%.

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