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15 Maggio 2025 - 14:40
Alcuni servizi in abbonamento
Negli ultimi decenni, l’economia globale ha visto un cambiamento significativo con l’ascesa dell’abbonamento. Questo modello sta trasformando il modo in cui i consumatori interagiscono con i prodotti, spostandosi dalla proprietà all'accesso. In particolare, il passaggio dai tradizionali acquisti a pagamento una tantum ai servizi in abbonamento sta avendo un impatto enorme, non solo sul comportamento dei consumatori ma anche sulle strategie aziendali. Il grande pro presentato ai consumatori è la possibilità dell'abbonamento di offrire flessibilità e accesso a una vasta gamma di servizi senza i vincoli della proprietà. Le aziende, d’altra parte, vedono nel modello una fonte di reddito stabile e prevedibile, che permette una pianificazione finanziaria a lungo termine e la possibilità di creare relazioni durature con i clienti.
In settori come l’intrattenimento, il software e persino i trasporti, i servizi in abbonamento stanno sostituendo gradualmente l’acquisto tradizionale. Piattaforme come Spotify, Netflix e software come Adobe stanno prosperando grazie alla possibilità di offrire accesso continuo e aggiornamenti regolari tramite abbonamenti. Nonostante i benefici, l'economia in abbonamento presenta numerose sfide, come la "fatica da abbonamenti" per i consumatori, che possono finire per accumulare numerosi pagamenti ricorrenti senza utilizzarli appieno. L’impatto ambientale dei prodotti sostituiti frequentemente e le preoccupazioni riguardo alla privacy sono altre questioni sempre più sotto esame.
Inoltre, l’aumento del numero di servizi in abbonamento ha portato alla saturazione del mercato, rendendo più difficile per le aziende differenziarsi e attirare l'attenzione dei consumatori. Sono spuntati negli ultimi anni servizi in abbonamento che si occupano di pasti pronti, prodotti per radersi e persino mutande. Per le aziende, il modello garantisce flussi di cassa costanti, che riducono l’incertezza economica. La scalabilità del modello consente alle imprese di crescere rapidamente senza incrementare proporzionalmente i costi, mentre la continua interazione con i consumatori permette di raccogliere dati utili per migliorare l'offerta e fidelizzare la clientela. Per gli investitori, i modelli di abbonamento sono particolarmente attraenti, poiché offrono un flusso di reddito stabile, facilmente scalabile e prevedibile.
L’economia degli abbonamenti solleva preoccupazioni etiche, come la possibilità di sfruttare la disattenzione dei consumatori e la crescente dipendenza dal pagamento ricorrente per beni essenziali. Pratiche come la vendita di funzionalità già esistenti tramite abbonamenti, come nel caso dei sedili riscaldati di BMW, hanno suscitato critiche. Nel mondo di oggi non possediamo quasi più niente, e sono poche le persone che hanno ancora copie fisiche delle loro canzoni o libri preferiti. Sebbene al momento possiamo accedere a tali contenuti quando vogliamo, questa possibilità può esserci tolta a piacimento dall'azienda che detiene veramente il possesso dei media.
Lə divulgatorə scientificə italianə Adrian Fartade, durante la prima giornata del festival “Le sfide di Domani” al Teatro Franco Parenti di Milano, paragona la situazione corrente a quella dei servi della gleba medievali. «Avete visto come possediamo sempre meno, nel senso che tutto è abbonamento in streaming? Stiamo andando nella direzione in cui non avremo niente di nostro molto velocemente. Tutto in affitto, tutto in abbonamento, nulla sarà tuo», commenta, aggiungendo che «quando Zuckerberg ti dà un appezzamento di terra digitale, tu per avere quell'appezzamento, per poter vivere la tua vita sociale, devi produrre contenuti con cui lui crea valore. Sei un servo della gleba che ogni mattina si alza e produce contenuti online e inizia a non avere più niente. Stiamo tornando nel feudalesimo. Ci ritroveremo nel Medioevo 2.0, e nessuno se ne accorgerà perché sarà digitale».
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La crescita del modello in abbonamento continuerà a trasformare il panorama dei consumi. Tuttavia, per sostenere questa espansione, le aziende dovranno adottare pratiche più trasparenti e orientate al cliente, mentre i consumatori diventeranno più selettivi nella gestione dei loro abbonamenti, e forse torneranno gradualmente ad avere anche copie fisiche dei media (sempre meglio prevenire che curare), nonostante questa pratica sia resa sempre più ostica da chi vende abbonamenti.
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