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L'essere vivente più longevo al mondo è una pianta

Si chiama Lomatia tasmanica, ha oltre 43.000 anni e si riproduce per clonazione da millenni

L'essere vivente più longevo al mondo è una pianta

Un esemplare di Lomatia Tasmanica

Nascosta in una remota foresta del sud-ovest della Tasmania, la Lomatia tasmanica, nota anche come King’s Holly, è considerata l’essere vegetale più antico della Terra. Si presenta come un insieme di cespugli, ma in realtà si tratta di un solo individuo clonale che si estende per oltre un chilometro.

Secondo la datazione al carbonio-14, un esemplare fossile della stessa pianta risale a 43.600 anni fa, un’epoca precedente all’ultima era glaciale. Ogni fusto oggi presente deriva per clonazione da un singolo organismo originario, sopravvissuto grazie all’isolamento dell’habitat.

La Lomatia è fortemente vulnerabile alla Phytophthora allogena, un fungo che colpisce le radici e può compromettere l’intera popolazione esistente, stimata in circa 500 fusti. Per proteggerla, i botanici della Tasmania hanno avviato un progetto di clonazione in laboratorio, riuscendo a coltivare nuovi esemplari in un’area protetta non accessibile al pubblico.

La Lomatia tasmanica si distingue anche per un’anomalia genetica: non si riproduce per seme, ma solo tramite clonazione vegetativa. Questa modalità, rara tra le piante superiori, le ha consentito una sopravvivenza millenaria, ma la rende anche particolarmente fragile ai cambiamenti ambientali.

Per individui così antichi, il metodo più affidabile resta la datazione al carbonio-14, nonostante le sue limitazioni. Altri strumenti, come il succhiello per il conteggio degli anelli o la misurazione della circonferenza del tronco, sono utili per alberi meno longevi ma non sufficienti in casi estremi come quello della Lomatia.

Grazie a un habitat isolato e alla dedizione dei ricercatori, questo organismo vegetale straordinario continua a vivere. La sua esistenza rappresenta una sfida per la scienza e una testimonianza vivente dell’evoluzione sul pianeta.

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