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Cinema

Braveheart compie 30 anni: il film che ha riscritto l’epica al cinema

Trent’anni di inesattezze storiche, battaglie leggendarie e libertà gridata: perché Braveheart è ancora un mito.

Braveheart compie 30 anni: il film che ha riscritto l’epica al cinema

Era il 18 maggio 1995 quando "Braveheart – Cuore impavido", diretto e interpretato da Mel Gibson, veniva proiettato per la prima volta nelle sale. Trenta anni dopo, il colossal storico ambientato nella Scozia del XIV secolo continua ad occupare un posto tra i grandi di quel periodo. Nonostante le numerose licenze storiche, il film è diventato un punto di riferimento del cinema epico, capace di emozionare, ispirare e generare un fenomeno culturale ancora vivo.

L’idea di "Braveheart" prende forma nel 1983, quando lo sceneggiatore Randall Wallace, in vacanza a Edimburgo, resta colpito dalla statua di William Wallace, l’eroe nazionale scozzese. Da lì nasce la sceneggiatura che finirà tra le mani del produttore Alan Ladd Jr., e infine coinvolgerà Mel Gibson. Girato principalmente in Irlanda, "Braveheart" affrontò una produzione complicata: pioggia incessante, fango, e ritardi costrinsero ad allungare le riprese di cinque settimane, portando il budget finale a 70 milioni di dollari. L’esercito irlandese fornì migliaia di comparse, utilizzate strategicamente per rappresentare entrambi gli schieramenti durante le battaglie.

Le scene di guerra, sebbene storicamente inaccurate, rappresentano uno dei punti di forza del film. Tra arti mozzati, cariche di cavalleria e sangue a fiotti, Gibson crea una narrazione visivamente potente, supportata da una regia dinamica e un montaggio serrato. La figura di William Wallace, nella realtà, rimane avvolta nella leggenda. Il film accentua questo aspetto: dagli abiti anacronistici (come il kilt, introdotto secoli dopo), alla narrazione di episodi mai documentati storicamente, come la relazione con la principessa Isabella o il famigerato ius primae noctis.

"Braveheart" ottenne cinque premi Oscar, tra cui Miglior Film, Miglior Regia e Miglior Fotografia. Incassò oltre 200 milioni di dollari e aprì la strada a una nuova ondata di colossal storici, culminata con titoli come "Il Gladiatore". La colonna sonora di James Horner e la fotografia di John Toll contribuirono a rendere il film un capolavoro tecnico oltre che narrativo. Nel tempo, le critiche per l'infedeltà storica si sono affiancate a un forte impatto culturale, soprattutto in Scozia, dove il film ha alimentato un turismo tematico senza precedenti. Il personaggio interpretato da Gibson è entrato nell’archetipo dell’eroe cinematografico: tragico, carismatico, determinato.

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