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Tecnologia & AI
19 Maggio 2025 - 12:55
Negli ultimi giorni, il chatbot Grok, sviluppato da xAI, una delle aziende fondate da Elon Musk, è finito al centro di una controversia per aver ripetutamente menzionato il genocidio bianco, una teoria del complotto diffusa negli ambienti di estrema destra. L’episodio ha rapidamente attirato l’attenzione online, soprattutto perché il Sudafrica, luogo di origine di Musk, è spesso associato a questa narrativa complottista.
Secondo un comunicato ufficiale di xAI, l’anomalia è stata causata da una modifica non autorizzata al prompt di sistema di Grok. Questa alterazione ha spinto il chatbot a fornire risposte specifiche su un tema politico controverso, violando le policy interne e i valori fondamentali dell’azienda.
L’errore è stato notato quando numerosi utenti hanno condiviso screenshot delle risposte di Grok, evidenziando come il chatbot menzionasse il genocidio bianco anche in conversazioni non correlate. Il giornalista investigativo Aric Toler ha contribuito a diffondere il caso, rendendolo virale.
Dopo aver identificato il problema, xAI ha avviato un’indagine interna e ha annunciato una serie di misure per garantire maggiore trasparenza e affidabilità nel funzionamento di Grok. Tra le azioni previste c'è la pubblicazione dei prompt di sistema su GitHub, per permettere agli utenti di esaminarli e fornire feedback, e la creazione di un team di monitoraggio attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per intervenire rapidamente in caso di anomalie.
Questo episodio ha sollevato interrogativi più ampi sulla vulnerabilità dei chatbot basati su IA, che possono essere soggetti non solo a bug tecnici, ma anche a manipolazioni intenzionali degli utenti. Gli esperti sottolineano come sia fondamentale garantire controlli rigorosi per evitare che l’intelligenza artificiale amplifichi narrazioni ideologiche o teorie complottiste.
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