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Caro voli
20 Maggio 2025 - 05:00
Ryanair ha chiuso l’anno fiscale con 1,61 miliardi di euro di utile netto, ben al di sotto dei 1,92 miliardi dell’anno precedente. La causa? Un taglio medio del 7% sulle tariffe, sceso a 46 euro, che non è bastato a compensare i costi in crescita (+9%) e i ritardi nelle consegne dei Boeing. Un paradosso: più passeggeri – 200 milioni, nuovo record – ma meno guadagni.
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Per l’estate, il ceo Michael O’Leary prevede una domanda “forte” e una leggera risalita dei prezzi, stimata tra il 4% e il 5% nel secondo trimestre. Tuttavia, la compagnia resta cauta: troppo presto per fornire una guidance sull’intero anno fiscale 2026. Incertezze geopolitiche, rischio di guerre tariffarie e shock macroeconomici rendono il futuro più incerto del solito.
La mancata consegna di 29 Boeing 737 Max ha frenato l'espansione della flotta. Ryanair, uno dei clienti più importanti del colosso americano, non esclude di “ritardare, cancellare o acquistare altrove” se i dazi sui velivoli USA verranno confermati. Una minaccia pesante, considerando che la compagnia punta a trasportare 300 milioni di passeggeri entro il 2034.
Con un tasso di riempimento medio del 94%, Ryanair continua a essere la regina del cielo tra le low cost. Eppure, l’aumento dei costi operativi – 12,39 miliardi di euro – e la limitata crescita della capacità europea (complici i ritardi anche di Airbus e i problemi ai motori P&W) spingono verso un inevitabile ritocco dei prezzi.
Nonostante tutto, Ryanair mostra i muscoli in Borsa: il titolo è cresciuto del 20,5% da inizio anno e presto entrerà nell’indice MSCI World. Intanto, parte un nuovo piano di buy back da 750 milioni di euro e un dividendo da 0,227 euro per azione. La compagnia investe su sé stessa, pur mantenendo i piedi ben piantati nel realismo dei numeri.
La nuova strategia non sarà indolore per i passeggeri: voli estivi più cari, in un contesto in cui portare a bordo un bagaglio a mano resta un affare da 10 miliardi l’anno per le compagnie europee. Ryanair non rinnega il suo dna, ma sa che volare alto oggi significa bilanciare popolarità e profittabilità. E questo, inevitabilmente, passa anche dalla fine dell’era dei biglietti stracciati.
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