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L'allarme

Allarme cyberbullismo: 800mila giovani autori di violenze digitali, è record

Le conseguenze per le vittime sono drammatiche e possono sfociare anche in gesti estremi

Allarme cyberbullismo: 800mila giovani autori di violenze digitali, è record

Il cyberbullismo non è un gioco, ma una piaga in crescita che sta travolgendo l’Italia. A lanciare l’allarme sono i dati dello studio ESPAD Italia 2024, realizzato dal Laboratorio di Epidemiologia dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Ifc).

Nel corso dell’ultimo anno, un terzo degli studenti italiani – circa 800.000 ragazzi e ragazze – ha compiuto atti di cyberbullismo, raggiungendo un livello record mai registrato prima. Il fenomeno coinvolge entrambi i sessi, con una lieve prevalenza maschile, ma le modalità di aggressione differiscono sensibilmente.

I ragazzi tendono a intimidire con minacce e insulti diretti, mentre le ragazze agiscono dietro le quinte, escludendo le vittime dai gruppi social o diffondendo materiale personale senza consenso. Due volti di una stessa medaglia, che alimentano un clima di violenza digitale subdola e pervasiva, difficile da contrastare e spesso invisibile agli occhi degli adulti.

Le conseguenze per le vittime sono drammatiche e superano di gran lunga quelle del bullismo tradizionale: tra chi subisce cyberbullismo si registra un aumento significativo di pensieri suicidi e tentativi di autolesionismo, un dato che evidenzia quanto la violenza online possa minare profondamente la salute mentale dei giovani, compromettendo il loro benessere psicologico e sociale.

Questo fenomeno, amplificato dalla pervasività dei social media e dalla facilità con cui gli aggressori possono agire nell’anonimato, richiede un intervento urgente e coordinato da parte di istituzioni, scuole e famiglie. Solo attraverso un lavoro congiunto sarà possibile creare ambienti digitali più sicuri e promuovere una cultura del rispetto e dell’empatia tra i più giovani.

Il messaggio è chiaro: il cyberbullismo è un’emergenza sociale da affrontare con urgenza, per proteggere le nuove generazioni da danni invisibili ma devastanti, che possono lasciare cicatrici profonde e durature nel tessuto della nostra società.

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