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21 Maggio 2025 - 19:45
Foto di repertorio
La scelta quotidiana tra acqua del rubinetto, acqua in bottiglia o acqua depurata sta vivendo una svolta importante nelle case degli italiani, soprattutto nel Centro Italia e in Lombardia. A raccontare questa trasformazione è un sondaggio condotto da Virtus Italia, azienda romana con oltre 20 anni di esperienza nel trattamento delle acque, che ha indagato le nuove abitudini di consumo di 1000 famiglie tra Lombardia, Lazio e Umbria.
Il dato più sorprendente? Oltre un terzo delle famiglie intervistate (30%) ha già installato un depuratore domestico, con Lombardia al vertice (35%), seguita dal Lazio (31%) e dall’Umbria (28%). Inoltre, più della metà di chi ancora non ha adottato questa soluzione (54%) si dichiara pronta a farlo entro il prossimo anno.
Un chiaro segnale che la cosiddetta “cultura dell’acqua” sta prendendo piede, spinta da una crescente consapevolezza ambientale e dal desiderio di migliorare la qualità della vita domestica. La motivazione principale che spinge le famiglie verso il depuratore è la riduzione dell’uso di plastica: ben il 72% degli utenti lo sceglie proprio per evitare l’acquisto di bottiglie, che ancora oggi valgono un consumo medio settimanale di 4-6 bottiglie da 1,5 litri per famiglia. Un impatto non indifferente se moltiplicato per l’anno intero, pari a oltre 400 bottiglie di plastica a nucleo familiare.
Non solo ambiente però. Tra i vantaggi dichiarati di chi ha scelto il depuratore emergono la comodità (53%), il miglioramento del gusto dell’acqua (61%), il risparmio economico nel lungo periodo (47%) e la tutela della salute, grazie a un’acqua priva di microplastiche e impurità (28%).
Nonostante questa tendenza verso la sostenibilità, il sondaggio rivela che il 60% delle famiglie continua a preferire l’acqua in bottiglia, soprattutto per diffidenza verso la qualità del rubinetto (35%) o per la percezione che quella confezionata abbia un sapore migliore (26%). Tuttavia, tra questi consumatori, oltre il 60% è consapevole dell’impatto ambientale della plastica e manifesta il desiderio di cambiare, anche se spesso manca l’informazione o il supporto tecnico per farlo.
Per Lorenzo Malara, CEO di Virtus Italia, «la questione dell’acqua in casa va ben oltre il risparmio o la praticità. Tocca temi profondi come la salute, la fiducia e la responsabilità collettiva. Sempre più persone chiedono informazioni su cosa bevono e su come migliorare la qualità dell’acqua domestica. Il depuratore non è solo tecnologia, ma un passo verso un consumo più consapevole e sostenibile».
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