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Biologia
22 Maggio 2025 - 13:55
Immagine di repertorio
Nel cuore dell'Australia sono state scoperte delle impronte di rettile straordinariamente ben conservate, intercettate su una lastra di arenaria. Questi segni, caratterizzati da lunghe dita e artigli, si rivelano essere le più antiche impronte di rettile mai rinvenute, risalenti a circa 355 milioni di anni fa.
Questa scoperta riscrive un capitolo fondamentale dell'evoluzione, non solo dei rettili, ma di tutti i vertebrati terrestri, categoria che include anche uccelli e mammiferi. Le impronte, infatti, retrodatano di 35 milioni di anni la comparsa di questi animali, portandola a un'epoca in cui si pensava esistessero solo creature assai più primitive, analoghe a pesci che si trascinavano sulle coste fangose. Lo studio, pubblicato sulla rivista "Nature" e condotto dall'Università svedese di Uppsala, apporta una nuova prospettiva sulla cronologia evolutiva.
Per Ahlberg, coordinatore del gruppo di ricerca, esprime il suo sbalordimento riguardo alla scoperta di una singola lastra, facilmente sollevabile con una mano, che sfida le convinzioni consolidatesi sull'evoluzione dei tetrapodi moderni. Fino a tempi recenti, i fossili di amnioti più antichi erano datati a circa 320 milioni di anni fa, suggerendo che circa 355 milioni di anni fa gli anfibi e gli amnioti avevano iniziato a seguire percorsi evolutivi distinti. Tuttavia, la scoperta di queste nuove impronte, effettuata da due paleontologi dilettanti coautori dello studio, dimostra che, a quel tempo, i rettili erano già molto evoluti, suggerendo che la separazione dei gruppi deve essere avvenuta in un periodo ancora precedente. Un'ulteriore conferma di questa teoria viene da altre impronte fossili scoperte in Polonia, anch'esse citate nello studio. Sebbene non siano antiche quanto le impronte australiane, risultano comunque significativamente più antiche rispetto a quelle precedentemente conosciute.
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