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ECONOMIA & AGRICOLTURA
23 Maggio 2025 - 16:35
È cominciata con buoni auspici, almeno sul fronte della qualità, la nuova stagione delle pesche e delle nettarine. La raccolta è già partita nelle regioni meridionali e i primi riscontri parlano di frutti più grandi e sani rispetto all’anno scorso. Ma sul piano dei numeri, la produzione sarà più bassa: si stima un calo tra il 6 e l’8% per le pesche, e una flessione ancora più netta per le nettarine.
Dietro questa partenza incoraggiante, però, si confermano due problemi ormai cronici: la scarsità di manodopera e l’aumento delle fitopatie, complici le temperature sempre più instabili e i fenomeni climatici estremi. "Sono questioni che riguardano tutta Europa – spiega Michele Ponso, presidente della FNP Frutticoltura di Confagricoltura ad Askanews – e ne abbiamo parlato proprio in questi giorni durante l’incontro annuale con Spagna, Francia e Portogallo, a Fundão".
In Italia, la superficie coltivata si è ridotta del 3%, soprattutto nel Nord. Le percoche sono le più penalizzate, con una previsione di raccolta decisamente in calo. Il quadro europeo non è più roseo: da anni ormai la produzione complessiva fatica a raggiungere i 3 milioni di tonnellate, quando fino al 2017 si viaggiava sui 4 milioni.
La campagna 2024 si era chiusa con un buon risultato per il Paese: quasi un milione di tonnellate tra pesche e nettarine, in crescita rispetto al 2023 segnato dalle gelate. Anche i consumi sono leggermente saliti (+2%), trainati soprattutto dalle nettarine, mentre l’export ha fatto un balzo in avanti, con la Germania che si conferma il mercato estero più importante. Situazione diversa in Spagna, dove la stagione è partita in ritardo di oltre una settimana e si attendono cali soprattutto nelle regioni settentrionali. In Francia, la produzione è cresciuta di poco e non sono previsti aumenti significativi. In Portogallo, invece, la produzione resta bassa e non basta a coprire la domanda interna.
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