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Cinque anni dopo la morte di George Floyd: una ferita ancora aperta e un invito all'azione per la giustizia sociale

Le proteste globali e le riforme che hanno dato vita al movimento #BlackLivesMatter

Cinque anni dopo la morte di George Floyd: una ferita ancora aperta e un invito all'azione per la giustizia sociale

George Perry Floyd Jr., un uomo afroamericano di 46 anni, è morto per asfissia durante un arresto da parte della polizia nella città di Minneapolis, Minnesota. La sua morte ha innescato una delle più vaste e partecipate ondate di protesta degli ultimi decenni, dando nuova forza al movimento globale Black Lives Matter e sollevando domande urgenti su razzismo, violenza della polizia e giustizia sociale.

I fatti del 25 maggio

Intorno alle 20:00 del 25 maggio, la polizia è intervenuta su segnalazione di un presunto uso di una banconota falsa da 20 dollari in un negozio. Quattro agenti hanno fermato Floyd, e uno di loro, Derek Chauvin, lo ha immobilizzato a terra, premendo il ginocchio sul suo collo per 9 minuti e 29 secondi. Durante quei minuti, Floyd ha ripetutamente detto: "I can't breathe" ("Non riesco a respirare"), una frase che è diventata simbolo delle proteste successive.

Il video girato da un passante, che documentava la scena, si è diffuso in poche ore sui social media, generando indignazione in tutto il mondo.

George Floyd

Un’eco globale

La morte di George Floyd ha provocato proteste in oltre 60 Paesi, portando milioni di persone in piazza in nome dell'uguaglianza e contro la brutalità delle forze dell'ordine. Manifestazioni pacifiche, ma anche episodi di scontri e tensioni, si sono registrati nelle principali città degli Stati Uniti e del mondo.

Statue di personaggi storici controversi sono state abbattute, istituzioni hanno rivisto simboli e nomi legati al passato coloniale o razzista, e il dibattito sulla riforma della polizia si è riacceso con forza.

Il processo e la condanna

Nel 2021, Derek Chauvin è stato condannato per omicidio di secondo grado, omicidio di terzo grado e omicidio colposo. La sentenza è stata considerata un punto di svolta, ma anche un passo ancora insufficiente per molti attivisti che chiedono riforme strutturali più profonde.

Anche gli altri tre agenti coinvolti sono stati processati e condannati per complicità e violazione dei diritti civili.

Derek Chauvin, il poliziotto che ha ucciso George Floyd

Un simbolo della lotta per i diritti

George Floyd è diventato, suo malgrado, un simbolo mondiale della lotta contro il razzismo sistemico. La sua morte ha fatto emergere con forza le disuguaglianze razziali ancora presenti nelle istituzioni, nella giustizia, nell'economia e nella società.

La sua famiglia ha fondato la George Floyd Memorial Foundation, impegnata nella promozione dei diritti civili, nell'educazione e nella riforma della giustizia penale.

Cinque anni dopo

A distanza di cinque anni, il nome di George Floyd continua a rappresentare una ferita aperta, ma anche un invito all’azione. La sua immagine è stata ritratta in murales, opere d’arte e canzoni, diventando parte della coscienza collettiva del nostro tempo.

Il 25 maggio è ora una data che richiama alla memoria non solo una tragedia, ma anche un movimento globale per la giustizia e l’uguaglianza che continua a lottare perché nessuno debba più dire: "I can't breathe."

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