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Falsi miti
26 Maggio 2025 - 11:40
Ogni tanto tornano, soprattutto d’estate, quando la voglia di volare low cost si scontra con la realtà dei voli affollati e poco confortevoli: i sedili verticali. Il dibattito si riaccende periodicamente sui media, ma si basa più su suggestioni che su dati concreti. A ispirarlo è un oggetto ormai noto: lo SkyRider, sedile “quasi in piedi” ideato dalla Aviointeriors, azienda italiana specializzata in interni per aerei. Nonostante l'idea innovativa, questo progetto, pur essendo brevettato, non è mai stato certificato dall’EASA, l’Agenzia europea per la sicurezza aerea. E non verranno commercializzati, come ha confermato la stessa Aviointeriors: «Sono oggetti di puro design, creati con un intento provocatorio, non prodotti pensati per il mercato».
Il primo prototipo dello SkyRider fu presentato nel 2010 a una fiera in California, suscitando curiosità e scalpore. Ispirato alla storia dei trasporti, riprendeva la forma di una sella da cavallo, unendo elementi dei trasporti pubblici urbani come i pali d’appoggio per reggersi in piedi, inseriti nella versione del 2018. L’obiettivo? Da un lato, un omaggio estetico alla mobilità del passato. Dall’altro, una riflessione sulla direzione iper-economica che l’aviazione stava (e sta) prendendo: più passeggeri per volo, a tariffe più basse. Lo SkyRider, almeno idealmente, avrebbe potuto permettere l’introduzione di una sorta di “supereconomy class”, pensata per voli brevi e biglietti ultra low cost.
Tuttavia, come spiegano oggi i responsabili di Aviointeriors, lo SkyRider è diventato una “spada di Damocle” per l’azienda. «Siamo sul mercato dal 1972, realizziamo interni di alta qualità, ma spesso veniamo identificati solo con questo esperimento di design che non è mai stato venduto». Il progetto tornò a far parlare di sé nel 2018, con la presentazione dello SkyRider 2.0 alla fiera dell’aviazione di Amburgo. Nuovo design, nuova colorazione e vecchie promesse: secondo Aviointeriors, il sedile avrebbe permesso un aumento del 20% dei posti a bordo, rendendo più redditizio ogni volo.
In quindici anni, gli SkyRider non hanno mai superato i requisiti minimi di sicurezza, e questo rimane il nodo fondamentale. I sedili sono separati da appena 58 centimetri, una distanza che rende complessa l’evacuazione d’emergenza dell’aereo in 90 secondi, come richiesto dalle norme dell’aviazione civile.
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