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Cioccolatini piemontesi da provare almeno una volta: i migliori tra Cuneo e Torino

Dai cuneesi al rum ai cremini a strati, ecco le delizie al cioccolato che raccontano l’anima dolce del Piemonte e conquistano anche i palati internazionali.

Cioccolatini piemontesi da provare almeno una volta: i migliori tra Cuneo e Torino

Il Piemonte è una delle regioni italiane con la più forte identità legata al cioccolato. Le sue città custodiscono un patrimonio dolciario di enorme valore, frutto di secoli di tradizione e innovazione artigianale. Da Cuneo a Torino, scopriamo alcune delle specialità più celebri che hanno conquistato i palati di tutto il mondo.

Nati nella zona di Cuneo, i cuneesi al rum sono cioccolatini raffinati, composti da una crema liquorosa racchiusa in due meringhe e poi immersa nel cioccolato fondente. La ricetta venne ideata negli anni '20 del Novecento da Pietro Galletti, un pasticcere che cercava un modo creativo per riutilizzare le meringhe in eccesso. Il risultato fu così apprezzato da diffondersi in tutta la regione.

Oggi ne esistono numerose varianti: oltre al classico rum, si possono trovare versioni al limoncello, al Grand Marnier o analcoliche, pensate anche per i più piccoli.

Realizzarli richiede pazienza e cura. Si inizia montando gli albumi con lo zucchero fino a ottenere una meringa soda, da cuocere lentamente in forno. Una volta raffreddate, si farciscono con una crema al cioccolato fondente e rum, e si uniscono a due a due prima di essere rivestite di cioccolato fuso. Dopo il raffreddamento, diventano dei veri e propri scrigni di sapore.

Se esiste un luogo in Italia dove il cioccolato è una vera istituzione, questo è sicuramente Torino. Passeggiando tra i suoi eleganti portici e caffè storici, si incontrano botteghe artigiane che da secoli portano avanti un saper fare unico. Vediamo tre delle specialità più rappresentative del capoluogo piemontese.

Inventato nel 1865, il gianduiotto è il simbolo della cioccolateria torinese. Nato in un’epoca di scarsità di cacao, i maestri pasticceri decisero di mescolarlo con le nocciole delle Langhe, dando vita a una pasta gianduia vellutata. La forma a barca rovesciata e il nome derivano dalla maschera carnevalesca Gianduja, che per prima ne fece da ambasciatrice.

I cri cri sono cioccolatini meno noti fuori dal Piemonte, ma amatissimi dai locali. Nati nel tardo Ottocento a Torre Pellice, si distinguono per la loro consistenza unica. Al centro si trova una nocciola tostata, rivestita di cioccolato e ricoperta da granelli di zucchero croccante chiamati mompariglia. Il nome deriva dal suono che si sente quando si mordono: un simpatico "cri-cri".

Altro gioiello della produzione torinese è il cremino, nato a metà del XIX secolo. Si riconosce subito per la sua forma cubica e per la struttura a tre strati: due esterni di gianduia e uno centrale, che può variare tra caffè, pistacchio o altre creme. La ricetta originale richiede ingredienti di alta qualità, come burro di cacao, cacao puro e nocciole IGP del Piemonte.

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