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L'incidente

Corea del Nord, affonda il nuovo cacciatorpediniere: arrestati quattro funzionari

Il regime di Kim Jong Un incassa un clamoroso fallimento tecnico durante una cerimonia ufficiale

Corea del Nord, affonda il nuovo cacciatorpediniere: arrestati quattro funzionari

Un disastro imbarazzante ha segnato la scorsa settimana il varo del secondo cacciatorpediniere della marina nordcoreana, previsto durante una cerimonia ufficiale nel porto di Chongjin, nel nord del Paese. Alla presenza del leader supremo Kim Jong Un, la nuova nave da guerra si è capovolta durante il tentativo di messa in acqua, restando inclinata su un fianco tra mare e molo. Immediata la reazione del regime: tra domenica e lunedì sono stati arrestati quattro funzionari ritenuti responsabili dell’incidente.

Il varo fallito rappresenta un duro colpo per l'immagine della Corea del Nord e per le ambizioni di potenziamento militare annunciate da Kim. Tra gli arrestati figurano il capo ingegnere del cantiere, il capo dell’officina navale, il vice direttore amministrativo e, da lunedì, anche un alto dirigente politico del Partito dei Lavoratori, Ri Hyong Son, vice direttore del dipartimento per l’Industria bellica.

Le immagini satellitari confermano l’incidente: il cacciatorpediniere da 5.000 tonnellate è tuttora bloccato, coperto da teloni, e viene recuperato con l’uso di palloni aerostatici. Secondo gli esperti, l’incidente sarebbe legato al metodo scelto per il varo: lo spostamento laterale della nave su rotaie, operazione complessa e raramente usata per navi di queste dimensioni. La scelta potrebbe essere stata dettata dall’assenza nel porto di Chongjin di un bacino di carenaggio o di strutture adeguate per il varo tradizionale a prua.

Chongjin, infatti, è specializzato nella produzione di navi cargo, da pesca e battelli per dragaggio, e non è attrezzato per la costruzione di grandi unità militari. Il cacciatorpediniere ribaltato sembra essere gemello del “Choe Hyon”, varato con successo ad aprile nel porto di Nampo. Si tratta delle due unità più grandi mai realizzate dalla Corea del Nord, simbolo dell’evoluzione della marina nordcoreana da forza difensiva costiera ad attore con ambizioni offensive strategiche.

La reale entità dei danni subiti dalla nave rimane incerta: inizialmente si era parlato di una lacerazione dello scafo, poi le autorità hanno minimizzato parlando di “danni minori”. In ogni caso, ci vorranno settimane per tentare un recupero. Secondo fonti esterne, i danni strutturali potrebbero essere molto gravi, tanto da compromettere l’operatività futura della nave. Nel frattempo, Kim Jong Un ha definito l’incidente «un atto criminale» e ha promesso punizioni esemplari contro gli «atteggiamenti lassisti in ogni campo».

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