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Entro il 2066 il buco nell’ozono potrebbe scomparire definitivamente

Lo studio del MIT conferma che lo strato di ozono sopra l’Antartide sta mostrando segni di recupero dovuto principalmente alla riduzione dei CFC

Entro il 2066 il buco nell’ozono potrebbe scomparire definitivamente

Un nuovo studio condotto dal Massachusetts Institute of Technology (MIT) e pubblicato su Nature conferma che lo strato di ozono sopra l’Antartide sta finalmente mostrando segni di recupero. Grazie agli sforzi globali per ridurre le sostanze chimiche dannose, il buco dell’ozono potrebbe chiudersi completamente entro il 2066.

Per anni, gli scienziati hanno osservato segnali di miglioramento, ma questo è il primo studio che quantifica con certezza il recupero dello strato di ozono. Secondo Susan Solomon, professoressa di Studi Ambientali e Chimica al MIT, “Possiamo dire con il 95% di certezza che il buco dell’ozono si sta richiudendo. Ed è fantastico. Dimostra che possiamo davvero risolvere problemi ambientali”.

L’ozono è un gas naturale presente nella stratosfera che protegge la Terra dai raggi ultravioletti nocivi. Nel 1985, gli scienziati scoprirono un buco nello strato di ozono sopra l’Antartide, causato principalmente dai clorofluorocarburi (CFC), utilizzati in refrigeratori, condizionatori e bombolette spray.

Nel 1987, la comunità internazionale adottò il Protocollo di Montreal, un trattato che mirava a eliminare gradualmente i CFC e altre sostanze dannose per l’ozono. Grazie a questa iniziativa, il buco dell’ozono ha iniziato a ridursi, ma fino ad oggi mancava una conferma quantitativa del recupero.

Nel nuovo studio, il team del MIT ha utilizzato un metodo chiamato “fingerprinting”, già applicato negli studi sul cambiamento climatico. Questa tecnica permette di isolare l’impatto delle azioni umane dalla variabilità meteorologica naturale.

I ricercatori hanno creato simulazioni atmosferiche con diversi scenari:

  • Senza riduzione dei CFC

  • Con solo aumento dei gas serra

  • Con solo diminuzione dei CFC

Confrontando i dati satellitari reali dal 2005 al 2018, hanno identificato un pattern chiaro che dimostra che il recupero dell’ozono è dovuto principalmente alla riduzione dei CFCSe il trend prosegue, gli scienziati prevedono che entro il 2035 potremmo assistere al primo anno senza buco dell’ozono in Antartide. E alla fine, potrebbe chiudersi per sempre"Molti di voi vedranno il buco dell’ozono scomparire del tutto," afferma Solomon, sottolineando l’importanza della cooperazione internazionale per affrontare le sfide ambientali.

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