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L'allarme
26 Maggio 2025 - 23:55
Fare attività fisica regolarmente non è più sufficiente per proteggere il cervello, se il resto della giornata lo si passa seduti. È quanto emerge da un nuovo studio pubblicato sulla rivista Alzheimer’s & Dementia, che ha monitorato per sette anni le abitudini di oltre 400 adulti, analizzando con precisione l’impatto del comportamento sedentario sulla struttura cerebrale e sulle funzioni cognitive.
I partecipanti, equipaggiati con dispositivi di attigrafia da polso e sottoposti a risonanze magnetiche ad alta risoluzione, hanno registrato in media circa 13 ore al giorno in posizione seduta. Il risultato? Un restringimento misurabile in aree cerebrali fondamentali come il lobo frontale e parietale, anche tra coloro che rispettavano le linee guida ufficiali sull’attività fisica.
La scoperta più inquietante è che l’esercizio fisico – pur mantenendo benefici cardiovascolari e metabolici – non riesce a compensare gli effetti negativi delle lunghe ore trascorse immobili. I dati hanno mostrato fino al 2% di perdita di volume cerebrale in alcune aree coinvolte nella memoria, nell’attenzione e nella pianificazione. Secondo i ricercatori, questo effetto si deve a un mix di fattori: flusso sanguigno ridotto, infiammazione cronica e indebolimento dei segnali neurotrofici, elementi cruciali per la plasticità cerebrale.
Il messaggio è chiaro: proteggere la mente significa anche spezzare la sedentarietà, non solo praticare sport. È necessario inserire pause attive durante la giornata, alzarsi regolarmente, camminare, allungarsi. Questi micro-movimenti agiscono come vere e proprie polizze neurologiche, contribuendo a mantenere giovane e funzionale il nostro cervello.
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