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Estero
27 Maggio 2025 - 11:55
Essere fermati in strada da operatori sanitari per essere pesati: non è una distopia, ma quanto sta accadendo in Turchia. Nell’ambito della campagna “Scopri il tuo peso ideale, vivi sano”, il governo turco ha avviato una controversa iniziativa che prevede pesate pubbliche in tutte le province del Paese, con l’obiettivo di raggiungere un milione di cittadini entro luglio. Il fine è combattere l’obesità, problema che coinvolge il 32% della popolazione adulta secondo i dati dell’OMS.
Gli operatori misurano altezza e peso, calcolano l’Indice di Massa Corporea (BMI), e per chi supera il valore soglia di 25 scatta l’invito a rivolgersi a centri pubblici per la salute. Ma in tanti si chiedono: dove finisce la tutela della salute e dove inizia la violazione della privacy?
Il Ministero della Salute non ha chiarito come venga raccolto il consenso o come vengano protetti i dati sanitari dei cittadini. E nel frattempo monta il malcontento. Gli stessi turchi hanno cominciato a ironizzare sulla misura, tra cui lo psichiatra Gökben Hızlı Sayar che ha raccontato su X la sua esperienza con un tono sarcastico: “Fermato a un posto di blocco per obesi in piazza Üsküdar. Ho avvisato altri tre compagni obesi. Solidarietà!”. Il ministro della Salute Kemal Memişoğlu ha persino partecipato alla pesata in pubblico, dichiarando di voler iniziare a camminare ogni giorno dopo aver scoperto di essere “leggermente sovrappeso”.
Ma la polemica non si ferma qui. Molti esperti mettono in discussione la validità del BMI come unico parametro. Non distingue tra massa grassa e massa muscolare: anche un atleta ben allenato potrebbe risultare “sovrappeso”. Inoltre, la coincidenza tra l’avvio della campagna e l’introduzione di un nuovo farmaco dimagrante nel Paese alimenta il sospetto di interessi economici dietro l’iniziativa. A fronte di problemi reali come l’aumento dei prezzi dei cibi sani e i salari bassi, che limitano l’accesso a un’alimentazione equilibrata, il programma governativo appare a molti come un’operazione simbolica quanto discutibile, più utile a stigmatizzare che a risolvere.
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