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Medicina
27 Maggio 2025 - 23:25
In Australia, la scienza accende una luce per chi vive nel buio. A Melbourne, due progetti avveniristici stanno cercando di restituire la vista a chi l’ha perduta, aprendo scenari inediti non solo per la medicina, ma anche per la tecnologia avanzata.
Il primo è il Gennaris Bionic Vision System, sviluppato dalla Monash University. Un sistema che sembra uscito dalla fantascienza: bypassa completamente i nervi ottici danneggiati e invia segnali visivi direttamente al cervello. Il paziente indossa una microcamera che cattura le immagini e le trasmette a una serie di microelettrodi impiantati nella corteccia visiva, trasformando impulsi elettronici in percezioni visive.
Il campo visivo offerto dal sistema è di ben 100 gradi, una conquista senza precedenti rispetto alle tecnologie precedenti. Dopo anni di sperimentazioni sugli animali, gli studi clinici sull’uomo sono finalmente in corso a Melbourne, con l’obiettivo di comprendere quanto questa tecnologia possa realmente migliorare l’autonomia e la qualità della vita delle persone cieche. Riacquistare anche solo una parte della vista significa tornare a vivere con indipendenza, partecipare alla quotidianità, riscoprire le relazioni sociali.
Intanto, sempre a Melbourne, un altro team di ricerca — questa volta alla RMIT University — sta lavorando su sensori visivi grandi appena 3 nanometri, capaci di emulare il modo in cui il cervello umano interpreta le immagini. Un traguardo che potrebbe migliorare drasticamente la percezione visiva artificiale, aprendo la strada anche a robot e veicoli autonomi dotati di una vista sempre più intelligente e reattiva.
Restituire la vista, in questo nuovo orizzonte, non è solo una questione di medicina: è una rivoluzione esistenziale e tecnologica.
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