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Processi
27 Maggio 2025 - 21:37
Nuove accuse sconvolgenti emergono nel processo per traffico sessuale e abusi che vede imputato Sean “Diddy” Combs. A parlare stavolta è Capricorn Clark, ex collaboratrice di lunga data del rapper e manager del marchio Combs Enterprises, che ha fornito una testimonianza dettagliata su un episodio inquietante risalente al 2011, in cui sarebbe stata costretta sotto minaccia a partecipare a un tentativo di aggressione armata ai danni del cantante Kid Cudi.
Secondo il racconto reso in aula, Clark era all’epoca amica intima di Cassie Ventura, allora fidanzata di Combs. Quando Cassie cominciò una relazione segreta con Kid Cudi (nome d’arte di Scott Mescudi), fu proprio Clark ad aiutarla a procurarsi un telefono “usa e getta” per mantenere la comunicazione lontana dagli occhi del rapper. Ma una volta scoperto il tradimento, Combs avrebbe perso il controllo.
Clark ha raccontato che una mattina di dicembre Combs si sarebbe presentato alla sua abitazione di Los Angeles, armato e in preda alla rabbia. Dopo averla interrogata su “chi fosse Scott”, l’avrebbe costretta a seguirlo, dicendole: “Vestiti, andiamo ad ammazzare quel n—”. La destinazione era la casa di Kid Cudi, situata sulle colline di Hollywood.
Una volta sul posto, Combs e una guardia del corpo sarebbero entrati nell’abitazione, mentre Clark, rimasta in auto, avrebbe avvertito Cassie. Al telefono, la donna l’avrebbe implorata di fermare Cudi dal rientrare in casa: “Si farà uccidere”, le avrebbe detto. Cudi, che si trovava con Cassie in quel momento, si sarebbe comunque diretto verso l’abitazione, ma non trovò nessuno all’arrivo.
A confermare parte dell’episodio è stato lo stesso Kid Cudi, che ha dichiarato di aver trovato la sua abitazione violata, regali di Natale aperti e il cane chiuso in una stanza. L’artista ha anche testimoniato che, pochi mesi dopo, la sua auto fu incendiata con una molotov — un evento che attribuì informalmente a Combs, sebbene non vi siano prove dirette.
Sempre secondo Clark, dopo la fallita spedizione punitiva, Combs si sarebbe recato in un club su Sunset Boulevard dove, con tono minaccioso, avrebbe detto: “Se non convincete Cudi a non denunciarci, vi ammazzo tutti.”
La situazione, però, sarebbe degenerata ulteriormente quando Cassie e Clark si presentarono a casa del rapper più tardi quel giorno. Clark ha descritto con voce rotta il momento in cui Combs avrebbe aggredito Cassie fisicamente, colpendola con calci ripetuti mentre lei si rannicchiava a terra in posizione fetale. “Piangeva in silenzio,” ha detto, “io non potevo fare nulla. Mi aveva minacciata anche di morte.”
Clark afferma di aver avvertito la madre di Cassie, implorandola di chiamare la polizia, ma ammette di non aver mai sporto denuncia: “Ero terrorizzata, cercavo solo di sopravvivere.”
Nel corso della sua testimonianza, Clark ha descritto anche anni di molestie, minacce e un clima costante di terrore. Ha raccontato di essere stata sottoposta a un test del poligrafo durato cinque giorni dopo la sparizione di alcuni gioielli, e di essere stata licenziata nel 2012 — ufficialmente per irregolarità nelle ferie — poco dopo aver riferito dei comportamenti violenti di Combs al presidente della Bad Boy Records, Harve Pierre.
Questa nuova testimonianza va ad aggiungersi alle già gravi accuse mosse contro Combs, attualmente imputato per traffico sessuale, associazione a delinquere e abusi fisici e psicologici. Se giudicato colpevole, rischia l’ergastolo.
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