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Salute
28 Maggio 2025 - 13:50
Rimandare la sveglia al mattino con il pulsante “snooze” è un’abitudine diffusa, ma un nuovo studio del Mass General Brigham di Boston svela che questa pratica ci sottrae in media 11 minuti di sonno ogni giorno, equivalenti a una notte intera di riposo persa ogni mese.
“La fase finale del sonno, subito prima del risveglio, è ricca di sonno REM, fondamentale per il recupero psicofisico – spiega la dottoressa Rebecca Robbins, esperta in Medicina del Sonno al Brigham and Women’s Hospital – . Utilizzare il tasto snooze interrompe queste fasi critiche, sostituendole con un sonno frammentato e leggero, che non ristorano.”
L’indagine, pubblicata su Scientific Reports, ha analizzato quasi 3 milioni di notti tramite dati raccolti dall’app Sleep Cycle, coinvolgendo oltre 21.000 persone nel mondo. Dallo studio emerge che il 56% delle volte la sveglia viene rimandata e che il 45% degli utenti usa regolarmente la funzione snooze in più dell’80% delle mattine, con una media di 20 minuti persi a letto tra un allarme e l’altro.
Interessante notare come questa abitudine cambi nel corso della settimana: si tende a posticipare la sveglia soprattutto nei giorni lavorativi, mentre chi dorme meno di cinque ore, spesso per impegni lavorativi stringenti, usa meno il pulsante e si alza più rapidamente.
A livello geografico, i più affezionati al “snooze” sono gli utenti degli Stati Uniti, Svezia e Germania, mentre Giappone e Australia mostrano una minore diffusione di questo comportamento.
Per chi non riesce a resistere alla tentazione di rimandare la sveglia, la dottoressa Robbins suggerisce una soluzione semplice e efficace: “È meglio impostare la sveglia il più tardi possibile e sforzarsi di alzarsi al primo suono. Solo così si evita di frammentare il sonno e si massimizzano le energie per la giornata.”
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