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L'allarme
28 Maggio 2025 - 18:10
Sguardo fisso sulla strada, mente altrove. Succede più spesso di quanto si pensi: si guida correttamente, ma senza accorgersene, come se il corpo fosse in “pilota automatico” mentre i pensieri viaggiano lontano dal volante. Questo stato, noto come “ipnosi stradale”, è un fenomeno psicologico che colpisce soprattutto chi affronta lunghi tragitti o conosce talmente bene la strada da non dover più riflettere su ogni dettaglio del percorso. In questi momenti, il cervello tende ad affidarsi a processi mentali automatizzati, quasi meccanici, lasciando spazio a una sorta di dissociazione dalla realtà immediata.
Il problema è che, pur procedendo apparentemente senza intoppi, la mente cosciente è distratta e i riflessi rallentano. La capacità di reagire rapidamente a imprevisti si riduce drasticamente, aumentando il rischio di incidenti. In pratica, una parte della mente controlla il viaggio, mentre l’altra è immersa in pensieri lontani, generando una sorta di “amnesia” parziale o totale sulla guida stessa. Questa condizione può farci perdere il senso del tempo e dello spazio, portandoci a non ricordare nemmeno alcuni tratti percorsi, con conseguenze potenzialmente molto pericolose.
Come rompere questo pericoloso automatismo? Gli esperti suggeriscono di mantenere attivi gli occhi: muoverli spesso per controllare specchietti e retrovisori aiuta a riportare l’attenzione sulla strada. Dialogare con i passeggeri, regolare la temperatura dell’abitacolo e, per molti, ascoltare musica vivace sono altri rimedi utili per rimanere vigili e presenti al volante. Inoltre, fare soste frequenti durante lunghi viaggi e variare il percorso possono contribuire a mantenere alta la concentrazione, evitando che la mente scivoli in uno stato di automatismo pericoloso.
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