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La memoria sotto attacco: stress e depressione possono atrofizzare il cervello

Le persone che hanno sofferto del fenomeno mostrano un ippocampo in media più piccolo del 15% rispetto agli altri

La memoria sotto attacco: stress e depressione possono atrofizzare il cervello

Un nuovo allarme scientifico arriva dal mondo della ricerca sul cervello e lo stress. Uno studio condotto dalla Stanford University ha rivelato che l’esposizione prolungata a continui lamenti e negatività attiva l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, una complessa catena di risposta allo stress che porta al rilascio di glucocorticoidi, gli ormoni dello stress responsabili di molte reazioni fisiologiche nel corpo umano.

Se questa condizione di stress persiste nel tempo, i danni possono diventare seri: alcuni neuroni dell’ippocampo, una delle aree chiave del cervello coinvolte nella memoria e nell’orientamento spaziale, possono contrarsi fino ad atrofizzarsi in modo irreversibile, compromettendo così funzioni cognitive fondamentali.

Parallelamente, uno studio della Washington University ha evidenziato come la depressione maggiore abbia effetti simili sul cervello. I ricercatori hanno scoperto che le persone che hanno sofferto di depressione mostrano un ippocampo in media più piccolo del 15% rispetto a chi non ha mai affrontato episodi depressivi. Questo dato sottolinea il legame diretto tra condizioni di disagio mentale e modifiche strutturali cerebrali, aprendo nuove prospettive per la diagnosi e il trattamento precoce.

Queste scoperte gettano nuova luce sugli effetti profondi che stress, negatività cronica e malattie mentali possono avere sulla struttura cerebrale. Diventa sempre più evidente l’importanza di interventi tempestivi per proteggere la salute mentale e cognitiva, nonché di strategie efficaci per gestire lo stress nella vita quotidiana, al fine di prevenire danni irreversibili e preservare il benessere psicofisico.

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