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Il pericolo

Tempeste solari minacciano la flotta Starlink di Musk: satelliti rientrano prima del previsto

Tra il 2020 e il 2024 sono stati tracciati ben 523 rientri atmosferici, tutti distrutti durante il rientro

Tempeste solari minacciano la flotta Starlink: satelliti rientrano prima del previsto

L’intensificarsi delle eruzioni solari sta creando problemi sempre più seri ai satelliti in orbita bassa, in particolare alla vasta costellazione Starlink di SpaceX, programma spaziale di Elon Musk. Secondo recenti studi della NASA, le tempeste geomagnetiche scatenate dal Sole stanno riducendo la vita utile di questi satelliti, causando rientri anticipati nell’atmosfera terrestre.

Denny Oliveira, ricercatore del Goddard Space Flight Center della NASA, spiega che durante questi eventi “i satelliti rientrano sulla Terra prima del previsto”, con una perdita stimata di circa 10 giorni di operatività per singolo veicolo. Un dato significativo se si considera che in orbita attualmente orbitano oltre 7.000 satelliti Starlink, con l’ambizioso obiettivo di raggiungere quota 30.000 nei prossimi anni.

Il ciclo solare, che dura circa 11 anni, ha raggiunto un picco alla fine del 2024, e gli ultimi mesi hanno visto un aumento delle eruzioni e delle tempeste geomagnetiche. Questo fenomeno naturale impone nuove sfide tecnologiche e operative per la gestione delle mega-costellazioni satellitari.

Tra il 2020 e il 2024 sono stati tracciati ben 523 rientri atmosferici di satelliti Starlink, tutti distrutti durante il rientro. Sean Elvidge, esperto dell’Università di Birmingham, osserva come questo processo possa avere un risvolto positivo: “L’accelerazione dei rientri aiuta a rimuovere più rapidamente i satelliti obsoleti, contribuendo a ridurre il rischio crescente di detriti spaziali”. Tuttavia, Elvidge lancia un monito: gestire satelliti a quote inferiori ai 400 chilometri potrebbe diventare insostenibile se i rientri continuassero ad accelerare in modo incontrollato.

Non mancano però i rischi per la sicurezza a terra. Se il rientro avviene troppo velocemente, infatti, alcuni frammenti potrebbero non bruciare completamente nell’atmosfera. A testimonianza di questo, nell’agosto 2024 un pezzo di un satellite Starlink del peso di 2,5 chilogrammi è stato ritrovato integro in una fattoria della regione del Saskatchewan, in Canada, il primo caso noto di frammento Starlink arrivato a terra.

Samantha Lawler, ricercatrice dell’Università di Regina che vive nella stessa zona, sottolinea come sia probabile che altri detriti siano caduti in altre aree senza essere stati scoperti. “Il Saskatchewan è probabilmente il luogo più facile al mondo dove trovare pezzi di Starlink. Se ne abbiamo trovato uno qui, quanti ne sono caduti altrove senza
che nessuno se ne sia accorto
?”, ha dichiarato.

Con l’avvicinarsi di un nuovo picco solare e la continua espansione delle costellazioni satellitari, queste domande diventano sempre più pressanti. Le eruzioni solari non rappresentano solo una minaccia per le comunicazioni e la tecnologia spaziale, ma aprono anche nuovi scenari critici per la sicurezza ambientale e terrestre. Una sfida che il mondo tecnologico e scientifico dovrà affrontare con urgenza nei prossimi anni.

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